Trama
Sicilia, 1943. Paolino Rasura ha sette anni, e per sfuggire alle prepotenze di un gruppo di ragazzini, accetta di fare una prova di coraggio: entrare nel Giardino di Filippu, un uomo che vive isolato su una collina e passa il tempo a scolpire teste.
Paolino e Filippu così si conosceranno, e il vecchio diventerà per il bambino amico e consigliere negli anni complessi che vanno dallo sbarco degli americani fino alle prime lotte per le terre. Intorno a loro si muove il paese di Santafarra, un’intera comunità fatta di antichi segreti, rivalità, spinte al cambiamento e riti sempre uguali.
Le nostre riflessioni
A primo impatto si hanno delle difficoltà con la prosa di questo romanzo, in quanto l’autrice usa molto il suo dialetto, e non solo per far dialogare i suoi personaggi!
Per alcune lettrici presto queste difficoltà si sciolgono, facendo entrare nel pieno della vita di quel paesino, anche grazie alla capacità descrittiva di Galletta di farti entrare dentro il suo mondo. Infatti, anche le parole che non si conoscono alla fine si riescono ad interpretare dal contesto, piacevoli in quanto con la loro musicalità sembrano quasi inventare una lingua ibrida che fa da sfondo alla storia di questo ragazzino. Non tutte però hanno apprezzato questa scelta in quanto affatica troppo la lettura, per alcune addirittura è stata una motivazione valida per non proseguire.
In questo libro conosciamo l’ingenuo Paolino e la sua famiglia fuori dagli schemi, entrando nelle vicende di Santafarra e delle famiglie che la vivono, con anche le ingiustizie che molti di loro sono costretti a sopportare. In generale la lettura è stata molto apprezzata. Alcune scene nello specifico, poi, raccontano in modo notevole il modo in cui sono costruite le relazioni tra i vari personaggi e Paolino.
Lo consigliamo a...
A chi ha voglia di una lettura originale.
A chi ha voglia di leggere di realtà e fantasia insieme.
A chi ha voglia di mettersi in gioco con un dialetto.
Le parole chiave del libro
Dialetto
Sicilia
fantasia
famiglia