Trama
Da giorni Bill Furlong gira per fattorie e villaggi con il camion carico di legna e carbone. Nessuno vuole restare al freddo la settimana di Natale. Sotto la neve, tutto va come sempre in quel pezzo d’Irlanda.
Poi, nel cortile silenzioso di un convento, Bill fa un incontro che smuove la sua anima e i suoi ricordi. Lasciar correre, girarsi dall’altra parte, sarebbe la scelta più semplice. Ma forse, per Bill Furlong, è arrivato il momento di ascoltare il proprio cuore.
La citazione degna di nota
Qualunque sofferenza stesse per affrontare lui adesso non era nulla al confronto di quello che aveva già sopportato la ragazza al suo fianco, a quello che forse avrebbe ancora dovuto superare. […] La sua paura pesava di gran lunga più di qualsiasi altra cosa provasse al momento, ma nel suo stupido cuore non solo sperava ma aveva il diritto di credere che ce l’avrebbero fatta.
…si ritrovò a domandarsi che senso aveva essere vivi se non ci si aiutava l’ uno con l’altro?
Le nostre riflessioni
Una storia apparentemente piccola, ma che pagina dopo pagina diventa sempre più grande. Claire Keegan racconta la storia di Bill, un uomo umile e pragmatico, che durante la narrazione si troverà davanti un bivio: far finta di nulla e vivere nell’ipocrisia o fare qualcosa, agire rischiando le conseguenze?
L’autrice disegna la figura di un uomo che nel suo piccolo è riconoscente alla vita. Per tutti lui è un brav’uomo: si prende cura della moglie e delle figlie, tratta sempre bene i dipendenti e anche i clienti, finché non si rende conto che anche lui aveva fatto finta di non vedere. Nonostante il bigottismo con cui è cresciuto e che lo circonda, però, lui decide di portare avanti il suo modo di essere, a prescindere da come potranno reagire in famiglia.
Con lui riflettiamo sul significato dei piccoli gesti, ci interroghiamo su certi meccanismi della vita, sulle ingiustizie, sulla necessità di prendere posizione. Ma nonostante i grandi temi universali che vengono affrontati, l’autrice non dice mai troppo, né viene mai sottolineata la tragicità delle cose: il non detto lascia al lettore lo spazio per vedere e per capire senza doverlo effettivamente leggere.
Un grande punto di forza di questo libro è infatti la scrittura. Per quasi tutte le lettrici la potenza evocativa delle parole fa sentire il freddo di quei giorni vicino Natale. La neve, il buio, la ragazza scalza, il carbone: elementi che nel loro insieme dipingono lievi un ambiente socialmente arido in cui un uomo come Bill riesce, grazie alla sua sensibilità, a ritrovare umanità. Forse è anche grazie a queste suggestioni che il romanzo sembra essere senza tempo e senza spazio, perché non parla solo di un luogo ma di sentimenti umani.
Lo consigliamo a...
A tutti coloro che hanno bisogno di un po’ di pace.
A chi vuole apprezzare le piccole cose.
A chi non prende mai una decisione.
Le parole chiave del libro
Umanità
freddo
sensibilità
piccoli gesti