Trama
In un tempo e un luogo non precisati, all’improvviso l’intera popolazione diventa cieca per un’inspiegabile epidemia. Chi è colpito da questo male si trova come avvolto in una nube lattiginosa e non ci vede più. Le reazioni psicologiche degli anonimi protagonisti sono devastanti, con un’esplosione di terrore e violenza, e gli effetti di questa misteriosa patologia sulla convivenza sociale risulteranno drammatici. I primi colpiti dal male vengono infatti rinchiusi in un ex manicomio per la paura del contagio e l’insensibilità altrui, e qui si manifesta tutto l’orrore di cui l’uomo sa essere capace.
La citazione degna di nota
Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono.
Le nostre riflessioni
In questo romanzo ci si impersonifica molto nei vari personaggi, infatti non vengono descritti i nomi delle persone coinvolte, né tantomeno l’epoca e la città dove si svolge il romanzo. Tutto ciò porta ognuno di noi a entrare nella trama del libro, come se fossimo noi stessi i protagonisti, e con questo espediente narrativo Saramago riesce a esprimere un messaggio universale, come un occhio esterno che parla a tutti noi.
Nel suo racconto fantastico, Saramago disegna la grande metafora di un’umanità bestiale e feroce, incapace di vedere e distinguere le cose su una base di razionalità, artefice di abbrutimento, violenza, degradazione. Ne deriva un romanzo di valenza universale sull’indifferenza e l’egoismo, sul potere e la sopraffazione, sulla guerra di tutti contro tutti, una dura denuncia del buio della ragione, con un catartico spiraglio di luce e salvezza.
E questo spiraglio di salvezza è impersonificato da un personaggio in particolare, ovvero la moglie del medico. Questo personaggio è l’unico a non essere colpito dalla pandemia, e quindi è l’unica persona che riesce ancora a vedere. Secondo noi la moglie è l’unica a cui rimane un briciolo di ragione, l’unica che non viene inghiottita dalla paura di diventare cieca.
Nonostante un tipo di scrittura formato da frasi molto lunghe, con la punteggiatura usata in un modo anticonvenzionale, la lettura del libro risulta estremamente scorrevole e il messaggio che Saramago vuole dare è chiaro e potente: la cecità è un simbolo di come siamo ciechi nei rapporti umani e di come siamo superficiali con il prossimo.
Lo consigliamo a...
Agli adulti e ai giovani.
Le parole chiave del libro
Disumanità
guerra
ipocrisia
speranza