Trama
In un paesino inventato della Sicilia, Maria Rosalia Inzerillo, più conosciuta come la “Mennulara”,ovvero la raccoglitrice di mandorle, è morta. Domestica della famiglia Alfallipe e amministratrice del suo patrimonio, la Mennulara è però soprattutto un mistero per la popolazione del paese. Tutti ne parlano perché si favoleggia sulla ricchezza che avrebbe accumulato, forse favorita dalle relazioni con la mafia locale.
Tutti ne parlano perché sanno e non sanno, perché c’è chi la odia e la maledice e chi la ricorda con gratitudine. Senza di lei Orazio Alfallipe avrebbe dissipato proprietà e rendite. Senza di lei Adriana Alfallipe, una volta morto il marito, sarebbe rimasta sola in un palazzo enorme. Senza di lei i figli di Adriana e Orazio sarebbero cresciuti senza futuro.
La citazione degna di nota
Muoio avendo vissuto una vita di cui si potrebbe esser paghi, ma non fieri.
Le nostre riflessioni
Il romanzo è un racconto postumo, infatti l’animo di questo libro si costruisce intorno alla misteriosa morte della Mennulara, della quale si parla tanto ma si sa molto poco.
All’inizio del romanzo la protagonista viene descritta come una contadina ignorante ma pagina dopo pagina si rivelerà essere una donna colta a cui si vuol bene, che ha nel sangue il rispetto e il lavoro. Il personaggio della Mennulara si delinea strada facendo, descrivendo una donna forte e ambiziosa, nonostante per alcune di noi un pò incomprensibile per certe decisioni che prende durante la narrazione del romanzo.
La Mennulara è il simbolo di un riscatto personale, dove il mondo dei vinti diventa il mondo dei vincitori. In queste pagine il profondo classismo nei confronti dei più deboli e in particolare delle donne viene annientato da una Donna che trasmette i valori dell’onestà, della dignità e del rispetto all’intero paese.
Uno spaccato di una Sicilia remota e lontana nella quale non regna il femminismo, ma un “matriarcato” molto sottile.
Lo consigliamo a...
A tutte le donne e alle giovani ragazze.
Le parole chiave del libro
Sicilia
riscatto
Mafia
dignità
sacrifici