Con questo terzo appuntamento prosegue la rubrica dell’Informatore online dedicata al cinema, realizzata in collaborazione con lo Spazio Alfieri di Firenze, nell’ambito del “Premio Claudio Carabba”, giunto ormai alla seconda edizione, indetto dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani Gruppo Toscano (SNCCI), dallo Spazio Alfieri, il programma Lanterne Magiche FST, con il supporto di Unicoop Firenze.
Gli autori dei migliori elaborati dell’edizione 2023 saranno premiati con un soggiorno di cinque giorni alla Mostra del Cinema di Venezia, che quest’anno si svolgerà dal 30 agosto al 9 settembre. Racconteremo le loro impressioni e recensioni “in diretta” sui canali social dell’Informatore online.
Nell’attesa del Festival di Venezia pubblichiamo la recensione del film “The Whale” di Giulio Spagnuolo, concorrente premio Claudio Carabba 2023, studente di medicina e chirurgia all’Università di Firenze.
La recensione
Darren Aronofsky non è nuovo a raccontare storie di rivalsa in chiave metacinematografica. Lo aveva fatto con Mickey Rourke in The wrestler, dove il lottatore Randy “The ram” (l’ariete) Robinson, all’apice negli anni ’80 e poi decaduto, era uno specchio dell’attore stesso.
Anche il Charlie “The whale” di Brendan Fraser è la manifestazione di un attore che negli ultimi anni era scomparso, a causa di una storia di molestie ricevute, dopo un decennio di grande successo.
Un altro animale come alter ego dunque, a simboleggiare la natura istintiva dell’uomo. Il corpo di Charlie, impossibilitato ad uscire dalla sua abitazione, è un buco nero che altera lo spazio circostante. La decadenza morale e fisica a cui ci ha sempre abituati il regista si esprime qui attraverso la pura corporeità. Non più i buchi provocati dalle siringhe ai protagonisti di Requiem for a dream, o la dolorosa trasformazione della ballerina de Il cigno nero. Charlie è pura massa. Aronofsky riesce a rendere tridimensionale quel corpo che così difficilmente viene reso attraverso lo schermo. E soprattutto, al di là di tanta pelle, organi e tessuto adiposo, riempie Charlie di un mondo pieno di umanità.
La fotografia di Matthew Libatique immerge Charlie in un appartamento sottomarino, nel quale si aggirano altre creature, come la figlia o un’infermiera, anch’esse portatrici di un mondo interiore difficile da scorgere sotto gli strati (ben più miseri) di pelle. Ancora una volta nella sua filmografia, Aronofsky raffigura un’umanità tanto autodistruttiva quanto fiduciosa nel
cambiamento. Un corpo che oscilla sotto la sua possente mole tra un’indigestione di cibo spazzatura e il ricordo di un passato felice. Una balena che, con un ultimo colpo di coda, si erge nella sua magnificenza, in un’estasi che sa di rinascita
Giulio Spagnuolo, concorrente premio Claudio Carabba 2023, studente medicina e chirurgia – Firenze
The Whale di Darren Aronofsky
con Brendan Fraser, Sadie Sink, Ty Simpkins, Hong Chau, Samantha Morton
Genere drammatico
durata 117 minuti
Produzione Stati Uniti 2022