Trama
Il silenzio è un breve e prezioso saggio dello scrittore e filosofo norvegese Erling Kagge che, oltre ad essere un autore, nonché editore, è anche un grandissimo esploratore che ha trascorso gli ultimi venticinque anni della sua vita a mettere in fila un primato dietro l’altro e a rivisitare brillantemente il concetto di viaggio.
Qui l’autore analizza il silenzio in tutte le sue sfumature: che cos’è il silenzio? Dove lo si trova? E perché oggi è piú importante che mai? Queste sono le tre domande che Kagge si pone, e trentatré sono le possibili risposte che offre.
Nei mesi trascorsi nell’Artide, al Polo Sud o in cima all’Everest, ha imparato a fare propri gli spazi e i ritmi della natura, e a immergersi in un silenzio interiore, oltre che esteriore: un tesoro e una fonte di rigenerazione che tutti possediamo a cui è però difficile attingere, circondati dal frastuono della vita quotidiana.
In trentatrè brevi capitoli, troviamo riflessioni scaturite da esperienze, incontri e letture diverse, tutte animate da un’unica certezza: che il silenzio sia la chiave per comprendere più a fondo la vita
La citazione degna di nota
Il silenzio arricchisce di suo. Possiede questa qualità intrinseca, esclusiva e preziosissima. È una chiave che ci consente di accedere a nuovi modi di pensare. Per me il silenzio non è abbandono, non è qualcosa di spirituale, bensì uno strumento pratico per arricchire la vita.
A volte le cose migliori della vita sono gratis. Il silenzio che ho in mente lo troviamo dove siamo, quando ci fa comodo, nella nostra testa, e non costa niente.
Le nostre riflessioni
Protagonista indiscusso di questo breve trattato è il silenzio: dai trentatré capitoli è nata una discussione che, seguendo l’evoluzione del libro, ha spaziato in tanti argomenti e altrettante riflessioni.
L’autore infatti sviluppa il tema del silenzio con numerosi concetti filosofici citando Ludwig Wittgenstein, Denis Diderot, Blaise Pascal, Aristotele e Platone, ma anche artisti come Edvard Munch e Marina Abramovic, musicisti come John Cage o i Depeche Mode e tanti altri. Le risposte, tutt’altro che banali, cercano ogni volta di approfondire uno dei vari aspetti del silenzio, evidenziando anche le ragioni scientifiche dietro all’importanza dell’assenza di suoni e rumori.
Tra quelli che ci hanno colpito c’è l’interpretazione del silenzio come mezzo per un ritorno all’essenziale, alla gioia delle piccole cose, ma anche un modo per riconnettersi alla natura, salvaguardando la nostra capacità di meravigliarci del mondo che ci circonda.Anche la meditazione può essere un mezzo per cercare il silenzio interiore e lasciare il mondo fuori da noi stessi.
Uno dei capitoli è dedicato alla tecnologia: smartphone e app sono un altro fattore di distrazione e rumore, un continuo bombardamento audio-video che ci impedisce di uscire dal pensiero logico-pragmatico e compromette la nostra capacità di concentrazione.
Abbiamo discusso anche su altri aspetti analizzati dall’autore: il silenzio fra innamorati come segno di vera intimità e non imbarazzo, ma anche il suono come riempimento di spazio e tempo, un rifugio da ciò che ci spaventa.
Tutto nel libro concorre a sviluppare riflessioni approfondite e a lasciarsi ispirare come questa breve frase di Kagge: “Io ho dovuto camminare per moltissimi chilometri, ma so che è possibile trovare il silenzio ovunque”. Basta volerlo. Basta non averne paura.
Lo consigliamo a...
A chi piace viaggiare.
A chi è stressato.
A chi non ha il tempo di leggere.
Le parole chiave del libro
Silenzio
suono
natura
musica
cielo
urlo
chiocciola