Considerate spesso simbolo stesso del mondo floreale, le rose sono una fra le specie più amate e diffuse ovunque nel mondo; a loro sono spesso dedicati interi giardini ove si conservano veri e propri patrimoni, sia genetici sia culturali. Quelle coltivate oggi hanno tutte origine da specie spontanee, numerosissime e presenti in gran parte del pianeta.
Le rose selvatiche appartengono al piccolo gruppo di quelle piante definite “pioniere” proprio perché abitano sulla Terra da tempi antichissimi. A differenza di quelle ibridate dall’uomo, portano fiori semplici con soli cinque petali. Durante la loro storia evolutiva, la natura le ha dotate di spine per proteggersi dai predatori e di un tenue profumo per attrarre gli insetti impollinatori.
Un arbusto dai mille utilizzi
Fra le rose spontanee più famose, c’è la Rosa canina, un arbusto molto comune; vive, infatti, dai monti al mare, prediligendo terreni incolti, radure, boscaglie con alberi a foglie caduche, ruderi e arbusteti, eprospera dalla fascia mediterranea sino alla Scandinavia, così come in Asia centrale e occidentale e nelle Isole Canarie. Si sviluppa fino a tre metri di altezza, formando siepi spesso impenetrabili.
Pianta perenne, presenta un fusto verdastro, con rami ricoperti di aculei; ha portamento eretto nella parte inferiore e ricadente in quella superiore. Le foglioline sono dentate e ovali e i fiorellini, di un bel rosa, sbocciano tra maggio e giugno, solitari o riuniti in grappoli.
Si adatta a qualsiasi terreno ed è caratterizzata da una grande resistenza sia al freddo sia alla siccità. Poiché sopporta molto bene anche gli agenti inquinanti, la Rosa canina è adatta per il rinverdimento delle aree incolte e dei versanti collinari. Si ottengono ottimi risultati anche inserendola nel verde urbano, per formare siepi, aiuole spartitraffico, rivestimento di scarpate o di argini di fiumi. Considerando inoltre l’aspetto prettamente ornamentale, la Rosa canina è adatta anche a formare siepi rustiche, difensive o anti intrusione e giardini spontanei.
La pianta dei rimedi
Questa pianta umile è anche ricca di qualità terapeutiche; infatti, ha un ruolo importante nella medicina erboristica. Si utilizzano i boccioli e le foglie per tisane diuretiche, e le rosse bacche, che maturano in autunno, per preparare tinture madre e macerati di gemme. Questi rimedi sono ricchi di vitamine, in particolare la C, e sono utilissimi per rinforzare il sistema immunitario, specie in autunno, per esempio come prevenzione per mal di gola e raffreddori. Ottima anche la marmellata, preparata con le bacche di rosa canina.
Pelle di rosa
Il termine Rosa mosqueta indica alcune specie di rose selvatiche importate in Sud America dagli spagnoli, tra cui Rosa canina, Rosa Moschata, Rosa eglanteria. Quest’ultima, nota in botanica anche con il nome di Rosa affinis rubiginosa, è la specie più adatta a essere coltivata per le sue proprietà officinali. La zona in cui si è meglio acclimatata è quella delle regioni andine del sud del Cile. Pare siano stati proprio gli indios di quelle terre a denominarla, in modo popolare, Rosa mosqueta e a usarla per i benefici che apporta alla pelle. Dai numerosi minuscoli semi di questa rosellina si ricava un olio prezioso per la pelle, che ha proprietà nutrienti e aiuta ad attenuare inestetismi causati da scottature, cicatrici, macchie dell’età o smagliature.