Non lasciare sacchetti e contenitori in plastica nell’ambiente è un obbligo, ma non basta, possiamo fare molto di più, a partire da “come” facciamo la spesa.
Prima, durante e dopo
Iniziamo a pensarci fin da casa: prima di uscire per andare a fare la spesa, dotiamoci di sacchetti in stoffa o altri contenitori riutilizzabili; in questo modo possiamo fare a meno di nuovi sacchetti per trasportare i vari generi che acquistiamo. Se ce ne dimentichiamo, riutilizziamo i sacchetti del supermercato più volte, oppure potranno servirci per la raccolta dell’umido.
All’interno del supermercato scegliamo il più possibile frutta e verdura sfusa; i sacchetti dell’ortofrutta potranno diventare dei preziosi alleati per i padroni di animali domestici, per raccogliere gli escrementi dei loro quattrozampe, oppure potranno essere usati a loro volta come contenitori per la raccolta dei rifiuti organici.
Acquistiamo al banco macelleria servito, se nel supermercato è presente, oppure privilegiamo confezioni famiglia surgelando il surplus che non utilizziamo subito.
Fra i prodotti destinati all’igiene, scegliamo il formato ricarica (per bagno-doccia, intimo o mani, ma anche saponi per lavatrice, ammorbidente o lavastoviglie), che ci permette di usare per molti mesi lo stesso flacone, riempiendolo via via. E perché non tornare alla vecchia saponetta per le mani? Ora sono in commercio anche saponi solidi destinati alla detersione del viso e del corpo, shampoo e balsamo. Tutti questi prodotti hanno imballaggi plastic free, pesano meno e occupano meno spazio (questo permette anche di ridurre l’impatto dovuto al trasporto), inoltre durano più a lungo.
In generale, preferiamo prodotti con meno imballaggi ed evitiamo quelli usa-e-getta o monouso.
In caso di dubbio
Chi di noi non ha avuto dubbi su quale fosse il contenitore giusto dove conferire una confezione? La vita del consumatore è oltretutto complicata dal fatto che a volte la normativa nazionale non coincide con le regole del gestore dei rifiuti della propria zona. Ad esempio, fate attenzione alle confezioni in tetrapak: su alcuni contenitori si trova l’indicazione di conferirli nella raccolta della carta. Questo non è vero per molti Comuni della Toscana, dove il tetrapak viene gestito insieme agli altri imballaggi e va quindi gettato nella raccolta multimateriale, quella della plastica per intendersi, pena l’esclusione dal riciclo.
Come districarsi in questa situazione? La soluzione è duplice: fare riferimento alle indicazioni del gestore della propria zona, oppure scaricare un’app molto utile, che si chiama Junker e che permette, inquadrando il codice a barre presente sulle confezioni, di avere immediatamente l’indicazione di dove conferire quel dato rifiuto seguendo le regole in vigore nel proprio territorio.
Suggerimenti utili
Una mano all’ambiente la possiamo dare anche conferendo nel modo giusto i nostri rifiuti, aiutando quindi il gestore a riciclare la maggior parte della raccolta differenziata. Ecco alcune indicazioni utili:
– Riduci il volume degli imballaggi: schiaccia le lattine e le bottiglie di plastica (quest’ultime per il senso della lunghezza, altrimenti i sensori ottici non riconoscono i materiali e non li suddividono correttamente), richiudendole poi con il tappo, e appiattisci carta e cartone.
– Dividi gli imballaggi composti da più materiali, come il tappo di metallo dal barattolo in vetro.
– Togli gli scarti e i residui di cibo dagli imballaggi, ma non serve lavarli!
– Non introdurre nel contenitore della plastica oggetti come giocattoli, vasi, piccoli elettrodomestici, articoli di cancelleria e da ufficio. Quelle riciclabili sono solo le termoplastiche, identificabili da un simbolo con all’interno un numero (da 1 a 7).
Cosa dicono i dati
Nei 58 Comuni gestiti da Alia nel 2021 sono state raccolte 854.326 tonnellate di rifiuti, di cui il 67% in maniera differenziata. Di questi, gli imballaggi in vetro, plastica, metalli, tetrapak e polistirolo sono stati 126.798 tonnellate, di cui il 66% avviato a riciclo.