Zanetto Innocenti, classe 1923. Cent’anni tondi tondi compiuti il 1° gennaio. Vita avventurosa da bersagliere, reduce dal secondo conflitto mondiale, durante il quale fu fatto prigioniero dagli inglesi. Tornò in patria, vivo e vegeto, a guerra finita, dopo anni di trasferimenti rocamboleschi, tra il nord Africa e la Scozia, Paese dove colse l’occasione per imparare l’inglese (tanto che anni dopo, durante la prima visita in Italia del capitano britannico Anthony Clark, il soldato che aveva fatto cessare i bombardamenti su Sansepolcro (AR) per non danneggiare la Resurrezione di Piero della Francesca, ci pensò Zanetto a fare l’interprete).
Cittadino impegnato in politica per tutto il dopoguerra nelle file del Partito Comunista Italiano, per il quale svolse l’incarico di assessore comunale alle Finanze, ma anche nelle molte attività sociali del suo territorio, da “cooperatore convinto”. Amante della poesia popolare e della toponomastica delle sue zone, di partite a bocce con gli amici e di bicicletta, sulla quale fu investito da un’auto, a 99 anni, e dopo un volo di cinque metri si rialzò da terra senza essersi fatto praticamente nulla.
Insomma, una vita piena di cose fatte e strapiena di tante altre cose da fare e da dire.
Una vita cominciata nell’anghiarese, nel podere detto “Casentina”, dove nacque un secolo fa, e che continua a Sansepolcro, città nella quale vive tutt’ora e dove Zanetto è stato il capo negozio Coop dal 1947 al 1977: «Quello in via Marconi – ci tiene a specificare appena comincia l’intervista -. Ci sono stato tanto bene trent’anni a lavorare in cooperativa, e la cosa che più mi ricordo è l’amicizia e la collaborazione fra tutti i dipendenti; anche oggi, alla Coop, ci vo sempre, una o due volte al giorno, perché lì mi sento a casa mia».
Zanetto si ricorda anche dei tanti percorsi che portarono all’unificazione dei vari negozi e della nascita di Unicoop Firenze: «Negli anni Sessanta giravo anche un bel po’ per fare riunioni legate alla cooperativa e andavo spesso a Empoli. Conoscendo la realtà dei vari punti vendita, io ho sempre pensato che bisognasse unirsi in maniera convinta, che bisognasse fare un’azienda unica. Son contento che siamo andati in questa direzione».
Zanetto è proprio innamorato della cooperativa, tanto che le ha dedicato una lunga poesia in rime baciate, dal titolo Perché Coop?, dove si tessono le lodi del “suo” punto vendita a Sansepolcro.
L’inizio è già chiaro: «Quando scarseggian pane, pasta e vino / Di pomeriggio, sera o di mattino / Non guardo l’ora, se è presto o ho ritardato / Corro alla Coop, c’è l’orario continuato…».
E dopo molti distici di apprezzamenti, con molte venature green, perché Zanetto è giovane anche nei contenuti (segnalo a proposito i due versi: «Perché la Coop, in ogni momento / Combatte l’abuso e l’inquinamento» – e lui non scherza su queste cose: nel 2005 ha inaugurato la sua nuova casa, costruita interamente in legno, seguendo tutti i criteri di efficienza energetica e ambientale), conclude la sua composizione con un finale romantico che non ammette repliche: «E allora son certo, e mi convince ancor più / Il detto ormai noto “la Coop sei tu”».
Infine, se chiedi a Zanetto le ragioni di tanto attaccamento, ti risponde un po’ da filosofo e un po’ da esperto di marketing: «Il bello della Coop è che si aggiorna sempre ma non cambia mai. E anche oggi, i valori della cooperativa sono gli stessi di sempre: convenienza per il portafoglio e cibo sano per la tavola».
Grazie, Zanetto! Cento di queste interviste!