Trama
Il racconto principale che è stato definito da Montale come il più bello e perfetto di tutto il Novecento, è Casa d’altri, in cui si racconta di un prete “da sagre” confinato in un paesino di montagna dove non succede mai niente e dove le persone semplicemente “vivono”.
Ma ad un certo punto Zelinda, una vecchia solitaria che lava tutti i giorni i panni al fiume, turba la normalità di questa quotidianità cercando di comunicare con il prete e interrogandolo vagamente sulla legittimità di derogare a una «regola» della Chiesa cattolica. Quale sia questa deroga il “Doctor Ironicus” lo scoprirà alla fine e rimarrà senza parole o meglio userà parole scontate, inadeguate e convenzionali, non sapendo dare una risposta.
La citazione degna di nota
L’aria intorno era viola, e viola i sentieri e le erbe dei pascoli e i calanchi e le creste dei monti: e in mezzo all’ombra, lontano, vedemmo scendere al borgo quattro o cinque lanterne.
Le nostre riflessioni
Il libro è piaciuto quasi a tutti per la scrittura elegante, raffinata, asciutta ed essenziale, per la ricerca della perfezione in ogni parola usata e per l’atmosfera malinconica ma molto realistica che l’autore è riuscito a creare.
Il racconto insieme a tutti gli altri racconti del libro parla della società, del senso dell’esistenza, del nichilismo che pervade la vita, ricordando echi leopardiani in molti punti. Il tutto è arricchito da descrizioni della natura molto poetiche: dalla la luna e le sue mille sfaccettature alle gradazioni dei colori dei tramonti che a volte possono tormentare.
Alcuni di noi però sono rimasti troppo angosciati dalla pesantezza dei temi trattati, dalla malinconia e dalla tristezza presenti in ogni racconto, dal senso di morte e dall’assenza di speranza.
Le parole chiave del libro
Società
esistenza
povertà
natura
colori
morte
sofferenza
malinconia
nichilismo