Ogni giorno è sulle nostre tavole, se fresco è più buono. Mangiando un pezzo di pane, ci viene in mente di tutto – dai ricordi d’infanzia in poi – fuorché il fatto che per produrlo il fornaio, un artigiano, ha dovuto pagare una bolletta più cara del 200% rispetto allo scorso anno. Stesso problema riscontrato da chi è impegnato nella ristorazione o nella fonderia artistica, i settori più energivori del mondo dell’artigianato, dove gli aumenti si sono fatti sentire in modo più pesante.
Il grido d’allarme per il caro energia si alza stavolta dalle botteghe e dai laboratori che ancora numerosi sopravvivono nella nostra regione: nel 2021 gli iscritti alla Cna (Confederazione Nazionale Artigianato e Piccola e Media Impresa) erano oltre 34mila, di cui il 13% giovani (sotto i 40 anni).
Dici artigianato e ti prefiguri quello artistico, che tanto lustro dà al made in Italy: c’è anche quello, sì, ma le imprese artigiane sono attive in molti settori, dall’edilizia all’impiantistica, dall’alberghiero all’estetica. Una miriade di piccole e micro-imprese – anche se fra quelle considerate artigiane ve ne sono alcune che contano fino a 60-70 dipendenti – che deve fare i conti tutti i giorni con i rincari di materie prime, bollette e affitti.
«Chi produce ceramiche spegne i forni perché sta diventando antieconomico. Molte aziende, anche fra quelle più solide, stanno vivendo difficoltà mai incontrate prima – dichiara Luca Tonini, presidente toscano dell’associazione di categoria -. E pensare che ci stavamo appena riprendendo dal Covid». Anche lui, come molti nel mondo del lavoro, parla di tempesta perfetta e chiede a chi governa «politiche di ampio respiro per l’Italia che vorremmo».
Un tetto per l’energia
Per ridurre il peso delle bollette dei propri iscritti, Cna fa una proposta: «Mettiamo sui tetti dei nostri laboratori pannelli fotovoltaici per l’autoproduzione di elettricità. Non chiediamo contributi, chiedendo di introdurre un credito d’imposta per le spese sostenute e di semplificare le procedure e sburocratizzarle per avere permessi in tempi rapidi» afferma Tonini, dichiarando un aperto interesse per la formula delle comunità energetiche, che mettono insieme più realtà per produrre e scambiare energia pulita. I primi esempi si vedranno a Scandicci e a Massa.
Indispensabile quindi puntare sull’innovazione, la stessa che ha permesso agli artigiani del Terzo millennio di sopravvivere all’avvento di internet e alla globalizzazione: «Per molte imprese le vendite on line si sono rivelate un’opportunità, hanno cominciato durante il lockdown e continuato anche dopo – prosegue il presidente di Cna -. Gli artigiani di oggi sono stati al passo con i tempi e con le tecnologie, ma serve un ricambio generazionale e la giusta formazione».
Proprio quella che viene fatta negli Its, gli Istituti Tecnici e Tecnologici Superiori che mettono in stretto contatto studenti e imprese. Due anni, che possono diventare tre, durante i quali i giovani dopo il diploma apprendono le conoscenze necessarie per entrare nel mondo del lavoro già formati.
Prospettive dal turismo
Tecnologia e formazione, quindi, ma anche buone idee. La rinnovata voglia di viaggiare del dopo lockdown ha suggerito alla Cna di investire tempo e risorse nel promuovere “Unusual Tours in Tuscany”, un ventaglio di proposte turistiche per la valorizzazione dei borghi e dei territori. I pacchetti comprendono ogni aspetto del soggiorno: dalle strutture ricettive allo shopping, dalla visita alle botteghe dell’artigianato artistico e tradizionale alle attività di benessere, compresi trasporti e guide turistiche. «Mettendo in rete le nostre imprese possiamo offrire ai visitatori della nostra regione un modello di turismo esperienziale a tutto tondo, facendo scoprire piccoli centri e botteghe dal sapore antico, fra laboratori di restauro e negozi di abiti e gioielli fatti a mano, recupero di farine antiche e prodotti alimentari dimenticati» conclude Tonini.