Trama
Fabio ha sei anni, è l’unico bimbo della famiglia Mancini, e i tanti fratelli del suo vero nonno – uomini pericolosamente eccentrici – se lo contendono per trascinarlo nelle loro mille imprese.
Così Fabio cresce senza frequentare i suoi coetanei. Ma la scoperta più allarmante è che sulla sua famiglia grava una terribile maledizione: tutti i maschi che arrivano a quarant’anni senza sposarsi impazziscono. I suoi tanti nonni strambi sono lì a testimoniarlo. Per fortuna accanto a lui c’è anche un padre affettuoso, che non parla mai ma con le mani sa aggiustare le cose rotte del mondo. Poi una mamma intenzionata a proteggere Fabio dalle delusioni della vita, una nonna che comanda tutti e una ragazzina molto saggia che va in giro travestita da coccinella. Una famiglia caotica che pare invincibile, finché qualcosa di totalmente inatteso la travolge.
Giorno dopo giorno, dalle scuole elementari fino alle medie, il protagonista cerca di crescere nel precario equilibrio tra un mondo privato pieno di avventure e smisurato come l’immaginazione, e il mondo là fuori, stretto da troppe regole e dominato dalla legge del più forte. Fabio capirà che le nostre stranezze sono il tesoro che ci rende unici e intanto scoprirà la propria vocazione di narratore perdutamente innamorato della vita.
La citazione degna di nota
É una fregatura sai, arrivi a un’età che avresti tutto il tempo per fare quello che vuoi, e il corpo non può più fare nulla.
Le nostre riflessioni
Se c’è un libro che tra noi ha creato una netta divisione, è proprio questo!
Alcune di noi non sono nemmeno riuscite a concluderlo, in quanto ritenuto noioso e vagamente puerile. Un po’ per la scrittura, un po’ per i personaggi poco realistici, le situazioni presentate dall’autore sono risultate in qualche modo paradossali. Anche coloro che sono riuscite a finirlo lo hanno trovato poco entusiasmante.
Tutto è presentato attraverso gli occhi del piccolo Fabio, che ci racconta alcune vicende vissute insieme a quella che possiamo definire una famiglia a dir poco particolare. L’intenzione dovrebbe essere quella di farci entrare in empatia con il protagonista, ma l’effetto è quello di lasciare perplessi per diversi aspetti: prima tra tutti la madre, che ha difficoltà a spiegare certe cose a Fabio, quindi gli mente o abbellisce la verità pur di difendere una certa immagine del mondo infantile. Anche lui, quindi, risulta credulone anche quando da più grande la realtà è così palese che dovrebbe capire da solo. Oltre la mamma anche i molteplici “zii” di Fabio sono presentati in maniera molto estrosa, mettendo spesso il nipotino in difficoltà o addirittura in imbarazzo, rendendo alcuni passaggi quasi paradossali.
Chi di noi ha apprezzato questa lettura, invece, ha visto questa estrosità come un’esperienza da non prendere alla lettera. Da un lato questa famiglia lo opprime tanto da allontanarlo dai coetanei, portandolo quindi a sviluppare problemi di socialità, ma dall’altro la loro presenza così totalizzante lo ha aiutato ad apprendere con la crescita un’ empatia e una capacità emotiva notevole.
Una cosa che ha colpito molto è il grande sostegno che c’è in questa famiglia, il modo che hanno tutti di aiutarsi ed esserci in ogni modo. Forse la crescita emotiva di Fabio è dovuta proprio a questi episodi che vive con i membri della sua famiglia. Ma chi più di tutti lo ha formato, ironicamente, è il personaggio che in un certo senso vediamo meno: il padre di Fabio è senza dubbio il personaggio che ha convinto di più tutte noi, lontano dalle follie del resto della famiglia, stabile e affettuoso, che insegna al figlio la lezione più importante, ovvero che va bene buttarsi nel mare dove non si tocca, tanto c’è il babbo lì, pronto a sostenerlo sempre.
Lo consigliamo a...
A chi vuole una lettura senza pretese.
A tutti coloro che sono in cerca di una lettura leggera.
Le parole chiave del libro
Famiglia
bizzarro
mare
infanzia
empatia