Trama
Teresa e Caterina Materassi sono due sorelle che vivono a Santa Maria di Coverciano, poco fuori Firenze, e vivono sfarzosamente grazie al loro lavoro di ricamatrici e cucitrici. Con loro una delle sorelle, rifiutata dal marito, e Niobe, fedele domestica.
Il loro tranquillo mondo viene scombussolato dal figlio della quarta sorella Materassi, passata a miglior vita. Remo è giovane, avvenente e furbo: attira subito le attenzioni e le cure delle donne, i cui sentimenti prima dell’arrivo del nipote sembravano addormentati.
Dal momento in cui Remo si rende conto di essere l’oggetto della loro predilezione, approfitta della situazione ottenendo soddisfazione a tutti i suoi desideri e capricci. Il benessere della vita familiare comincia però ad incrinarsi, mettendo a repentaglio la serenità di tutta la casa.
La citazione degna di nota
Era la vita, quella, o si recitava una commedia?”. L’una cosa nell’altra: tutte e due le cose insieme.
Le nostre riflessioni
Questo romanzo ha messo quasi tutte noi d’accordo su diversi aspetti, primo tra tutti il linguaggio, trovato piacevole e brillante, soprattutto nell’utilizzo di termini tipicamente fiorentini che spezzano le tensioni con molta ironia. Nonostante questo, per le prime cento pagine o poco più la lettura è risultata pesante per molte di noi.
Risulta chiaro il modo di Palazzeschi di divertirsi con le parole nel descrivere i luoghi, i paesaggi e gli abitanti di Santa Maria, dando quasi la vivida sensazione di trovarsi lì insieme ai personaggi.
Ancora più apprezzata è la caratterizzazione dei protagonisti nella loro quotidianità, con una notevole differenza nella rappresentazione delle donne rispetto all’uomo di casa: in particolare Caterina e Teresa Materassi vengono ben approfondite a livello psicologico, ne vengono presentate le fragilità, le difficoltà sociali che hanno dovuto affrontare, pur sempre a testa alta ma faticando e lavorando strenuamente, costrette a crescere velocemente, rimboccarsi le maniche e ricostruirsi per non dover rivivere i disagi dell’infanzia. Forse anche per questo troppo poco mature nell’affrontare le proprie emotività, tanto da cadere ingenuamente nei tranelli del nipote.
Di contro Palazzeschi sottolinea la quasi totale anaffettività di Remo, presentato minuziosamente nella sua prestanza fisica, nel suo fare calcolatore, ma manchevole di una profondità affettiva di qualsiasi genere, spinto invece dal puro interesse.
L’amore delle due sorelle e di Niobe nei confronti di Remo risulta tale da diventare quasi morboso e far perdere loro la lucidità, rimanendo intrappolate nella ricerca di quella vita che non hanno mai avuto ma che in un certo modo riescono a vivere attraverso e grazie al giovane, come di riflesso.
Tra le pagine vediamo tramite gli occhi dell’autore una precisa parte della società, descritta con una certa commiserazione: molte situazioni risultano quasi grottesche, soprattutto dal momento in cui le sorelle, volenti o nolenti, dovranno riadattarsi a quello stesso ceto da cui avevano tentato di sfuggire sin dall’inizio.
Una esperienza piacevole che non può che mettere tutti d’accordo in quanto, alla fine, si tratta di temi attualissimi: gestione degli affetti, famiglia, soldi, fragilità umana.
Lo consigliamo a...
A tutti.
A chi vuole immergersi nella Firenze di inizio Novecento.
A chi cerca una bella lettura.
Le parole chiave del libro
Firenze
Coverciano
Novecento
amore
famiglia
ironia
furbizia