Trama
I tre piani del titolo sono quelli di un condominio borghese di Tel Aviv, un’isola di apparente tranquillità dove tutto sembra essere ordinato, al suo posto.
In realtà negli appartamenti vivono tre famiglie che nascondono segreti inconfessabili, paure, ossessioni, sospetti e insicurezze.
I protagonisti raccontano a “qualcun altro” il loro caos interiore, emozioni e sentimenti taciuti o nascosti e gli affidano i diversi pezzi della loro anima. Dal libro è stato tratto il film di Nanni Moretti uscito nel 2021, che trasferisce l’ambientazione a Roma.
La citazione degna di nota
“Ma d’ora in poi non si tratta più della nostra strada,
amore mio, fiore mio, mia sventura.
D’ora in poi è la mia strada”
Le nostre riflessioni
Il libro di Nevo ha suscitato pareri ed emozioni contrastanti. Alcuni di noi lo hanno apprezzato sia per il processo introspettivo che viene attivato da tutti i protagonisti dei tre piani, sia perché il racconto si sviluppa come se fosse un percorso di crescita che porta alla consapevolezza di ciò che siamo e di quello che vogliamo essere, sia perché parla anche degli abitanti e del popolo di Israele, della loro quotidianità in una situazione di allerta continua.
Ad alcuni di noi invece il libro non ha comunicato molte emozioni, forse anche per il periodo che stiamo vivendo, ci è sembrato asfittico, noioso e scontato.
L’unico piano che ha coinvolto quasi tutti è il terzo in cui Dvora, la protagonista, rappresenta, la speranza, l’apertura verso l’esterno, verso l’altro, la capacità di riscattarsi anche se la vita l’ha colpita duramente.
Le parole chiave del libro
Tempo
solitudine
educazione
famiglia
sessualità
tragedia
scelta
riscatto
speranza