Passate le feste e il frenetico scambio di doni sotto l’albero o nella calza della Befana, inizia inesorabile la stagione dei resi che precede o va di pari passo con quella dei saldi.
Normalmente si tratta di un’operazione che mette un po’ a disagio. Restituire o cambiare quello che ci è stato regalato non è proprio il massimo, soprattutto se avviene con regali di amici stretti o parenti prossimi. Le strade sono due: inghiottire il rospo e attendere il giusto lasso di tempo per riciclare il dono non apprezzatissimo o dichiarare sinceramente che il colore di quel maglione proprio non si sposa con la vostra armocromia – termine che indica la capacità di un colore di intonarsi con capelli e incarnato – e che quell’elettrodomestico l’avevate già e quindi siete obbligati a cambiarlo.
Nei negozi
A questo punto scatta l’operazione reso. Attenzione, non stiamo parlando di prodotti difettosi, per i quali esiste una normativa specifica. Ma anche un altro punto deve essere chiaro: c’è differenza fra negozi fisici e on line. Se si tratta dei primi, la decisione spetta all’esercente che, nel migliore dei casi, lascia 30 giorni di tempo, a partire dalla data di acquisto, per poter restituire e cambiare il regalo. In questo caso il negoziante avrà emesso il cosiddetto “scontrino di cortesia” (ricordarsi di chiederlo sempre) che dimostra che l’acquisto è stato fatto in quel negozio, ma senza che venga evidenziata la cifra spesa.
«Quella di Natale è una prassi particolare – spiega l’avvocatessa Antonella Nanna di Federconsumatori, che ha il quadro di tutto il panorama italiano -, per convenzione gli esercenti offrono all’acquirente quel lasso di tempo necessario affinché il dono non gradito possa trovare un degno sostituto». Esiste, infatti, un codice al consumo che prevede normative di favore proprio in casi particolari come le festività natalizie. Per il resto dell’anno non è così. Perlomeno per i negozi fisici. Si prevedono solo 8 giorni per riportare indietro l’oggetto non gradito. Anche in questo caso tutto dipende dal rapporto che si ha con l’esercente, se si è clienti abituali o se si hanno particolari esigenze, tipo un periodo di vacanza che non permette di rispettare i tempi per la restituzione o altre fattispecie.
On line
Diversa la politica dei resi delle grandi aziende on line, dai giganti come Amazon a realtà più piccole, ma ormai ben radicate. Dal momento che l’acquisto avviene non potendo vedere bene né toccare l’oggetto che si è scelto, si offrono almeno 15 giorni per ripensarci a partire dalla data della transazione. L’unica spesa a carico dell’acquirente, ma non sempre, è quella della restituzione. Consegna, riparazione, sostituzione o rimborso sono a carico del venditore. La pandemia ha comunque cambiato molte cose. «Sono aumentati esponenzialmente gli acquisti on line e, di contro, sono diminuite moltissimo le controversie in merito ai resi. Il mondo sta cambiando» sintetizza l’avvocatessa Nanna.
Occhio poi ai saldi: hanno una disciplina a parte e non è previsto il reso. Ovviamente tali condizioni devono essere comunicate con chiarezza dall’esercente all’acquirente. Pena trovarsi fra le mani l’ennesimo acquisto sbagliato e non sapere più a chi riciclarlo.
Unicoop Firenze: soddisfatti o rimborsati
Per effettuare restituzioni o cambi della merce, ci si deve rivolgere al box accoglienza. Si può restituire il prodotto entro 15 giorni dall’acquisto, presentando lo scontrino con la confezione integra e il prodotto non utilizzato, salvo le eccezioni previste per alcune tipologie di prodotti.
La sostituzione avviene soltanto con lo stesso articolo. Nel caso di restituzione, il rimborso può avvenire in contanti o tramite un buono da spendere in un’unica volta entro 30 giorni.