Trama
Vento in scatola si potrebbe definire una commedia da camera, solo che l’ambiente in cui tutto si svolge è molto grande: un carcere. Al centro di questa vicenda corale troviamo Salim Salah, un giovane tunisino, abile broker nel suo paese, in carcere per un reato che non ha commesso ma impunito per una truffa di cui è colpevole. Mentre sconta la sua pena, gli capita qualcosa che lo mette davanti ad una scelta difficile.
Questo libro nasce dall’incontro, durante un corso di scrittura tenuto nel carcere di Pisa, tra Marco Malvaldi e Glay Ghammouri, ex militare tunisino dalla carriera stroncata in patria per motivi politici e oggi detenuto in Italia a causa di un grave delitto. Grazie alla sua capacità di mettere in mostra la situazione carceraria di chi la vive, con l’intento di mostrare l’interno di un carcere mettendo in scena la quotidianità, la sua giustizia e la sua ingiustizia.
Questo romanzo a quattro mani vuole dimostrare come non si può tenere il vento in scatola: non si può imprigionare l’umanità che è in ciascuno di noi.
La citazione degna di nota
Carcerato è una condizione transitoria. Prima o poi passa, e ti ritrovi ex detenuto. Ed ex detenuto lo rimani a vita, la realtà delle cose è quella. Non passa mai, non se ne va mai.
Le nostre riflessioni
Quasi tutte abbiamo trovato la storia gradevole ma piatta, con temi potenzialmente interessanti ma non del tutto approfonditi. I personaggi ci sono piaciuti, primi tra tutti il giovane protagonista e il vice commissario, e abbiamo apprezzato come vengono raccontati i rapporti tra carcerati e forze dell’ordine.
Gli argomenti affrontati sono senza dubbio una finestra su quelle che sono le problematiche quotidiane delle nostre carceri, ma purtroppo lo sguardo degli autori non va oltre quelle dinamiche che in altri contesti sono già state sviluppate e in maniera più completa. Siamo tutte d’accordo che per la prima metà non sia chiaro dove la trama voglia arrivare, mostrando solo scene di vita quotidiana e di convivenza tra detenuti e secondini, che il vero intreccio della trama sia affrontato troppo frettolosamente e solo nell’ultima parte.
Indubbiamente, però, il libro si legge piacevolmente – anche grazie alla scorrevolezza tipica della mano di Malvaldi – e che riesce comunque a offrire una prospettiva importante su come spesso in questi contesti non sia poi così facile capire chi tra il detenuto e il secondino sia il vero carcerato.
Lo consigliamo a...
A tutte e tutti.
Ai ragazzi e alle ragazze, soprattutto studenti.
A chi vuole un quadro generale della situazione di alcune carceri italiane.
A chi cerca una lettura veloce ma piacevole.
Le parole chiave del libro
Carcere
detenuti
sorveglianti
giustizia
angoscia
attesa
udito