Larissa fa volare la Toscana e l’Italia e, in un battito di gambe, mette in cassaforte la partecipazione alle Olimpiadi di Tokyo. Con un volo a 6,91 metri agli Assoluti Indoor di Ancona lo scorso febbraio, Larissa Iapichino, giovanissima atleta toscana portacolori delle Fiamme Gialle, si fa largo fra i campioni, superando il record del mondo di salto in lungo under 20 indoor che dal 1983 apparteneva alla leggenda tedesca Heike Drechsler con 6,88. E, se non bastasse, con lo stesso salto pareggia il record italiano indoor di mamma Fiona. Ma ad attenderla ci sono sfide ben più grandi e non solo sportive.
Record del mondo Under 20. Che effetto fa?
Incredulità, prima di tutto. Quando sono andata in pedana, ero reduce da un doppio 6,75: mi sono raccolta e ho liberato tutta l’energia, ho spinto tantissimo ma non pensavo di volare così lontano. Ora ho preso coscienza, ma non mi sento arrivata: i record sono fatti per esser battuti e questo è solo l’inizio.
Quando hai visto 6,91, qual è stata la prima cosa che hai pensato?
«Ho fatto quanto la mamma»: credo si sia letto nel labiale in Tv. Mi sembrava impossibile, e invece adesso abbiamo un record in coabitazione e gliel’ho dedicato, lei sa perché.
Cosa provi quando salti?
Svuoto completamente la testa, siamo io e la sabbia: mi immagino in volo e poi parto. Cerco di godermi il gesto atletico, di sentire i miei passi e poi l’aria, dopo che ho staccato. I risultati migliori arrivano quando immediatamente prima di andare in pedana mi arrabbio per qualcosa: sono un animale da gara e un’agonista, la sfida mi stimola.
Per te cosa è lo sport?
Soprattutto divertimento, perché dà le emozioni più pure e durature. Quando smetterò di divertirmi, sarà anche l’ora in cui appenderò le scarpe al chiodo.
Pensi che lo sport e l’atletica ti abbiano cambiata come persona?
L’atletica mi ha plasmato all’insegna dello spirito di sacrificio e dell’umiltà nell’affrontare ogni prova. Mi ha insegnato che l’impegno non paga subito ma che, con passione e determinazione, si possono superare gli ostacoli più alti.
Mamma e babbo, due grandi sportivi. Ti fai guidare dalla loro esperienza o preferisci fare di testa tua?
I miei genitori (la saltatrice Fiona May e l’astista Gianni Iapichino, ndr) sono dei solidi riferimenti in campo sportivo, ma io vedo in loro prima la mia mamma e il mio babbo, che la loro identità di campioni. Sono approdata all’atletica da sola, ma di certo da loro ho preso lo spirito sportivo e di sacrificio: la grinta, dicono, sia di mia mamma, la ponderazione e la strategia di mio padre. Ascolto sempre i loro consigli, ma alla fine prendo le mie decisioni in modo autonomo.
Da piccola sognavi già di diventare una grande atleta?
No, non mi sognavo atleta: ho iniziato con il nuoto, poi con la ginnastica artistica, infine è scattata la scintilla per l’atletica, al Meeting di Montecarlo, qualche anno fa, quando ho chiesto al babbo di iniziare ad andare al campo di allenamento.
E da grande, vuoi diventare…?
Dottoressa in legge: inizierò Giurisprudenza a fine anno, ma ancora non ho deciso l’indirizzo finale. A ispirarmi sono stati mio zio Alex, che a Londra si occupa di diritto internazionale, e il sogno che la giustizia abbia sempre la meglio.
Con la pandemia come è cambiata la tua vita?
La pandemia ha sconvolto tutto: la scuola, i contatti con gli amici, gli allenamenti. Per un periodo mio padre mi ha seguito costruendo una palestrina sotto casa e facendomi allenare all’aperto. È un’esperienza difficile, per tutti, che però mi ha fatto riscoprire l’importanza di cose che davo per scontate, come ad esempio passare il tempo con le persone a cui voglio bene.
Ai tuoi coetanei, scoraggiati di fronte al futuro, che consiglio puoi dare?
Di non arrendersi mai e credere fino in fondo nei propri sogni, perché il meglio deve ancora venire.
Nel 2021 campionati del mondo under 20 a Nairobi, Olimpiadi e maturità. Come conciliare tutto?
Con tantissima forza di volontà e grande organizzazione.
Quale la sfida più grande?
Le Olimpiadi, perché sarà un terreno dove mi confronterò con le grandi. Sono strafelice di poter partecipare ancora teenager e darò il massimo, consapevole però che il mio primo obiettivo “atletico” restano i Mondiali under 20 di Nairobi di fine agosto, mentre l’obiettivo personale è ottenere la maturità con dei buoni voti.
Le tre parole chiave per raggiungere i tuoi traguardi…
Passione, determinazione, risparmio energetico. Con questo intendo staccare la spina quando non sono in gara, per avere le forze giuste nel momento in cui davvero servono.
Una vita così piena di impegni quali rinunce comporta?
Più che di rinunce, direi che la mia vita è ricca di scelte e mi piace così.
Tutti ci ricordiamo di te bambina, che facevi merenda con appetito. Da atleta professionista, cosa mangi oggi?
In realtà non sono seguita da una nutrizionista e mangio ciò che preferisco. Il babbo a casa mi vizia…
Ti piace cucinare?
Sì mi piace e, specialmente con la mamma, ci diamo ai dolci, in particolare quelli inglesi che mangiamo quando andiamo a trovare i miei nonni materni.
Così giovane e già volto della moda per REDValentino. Come hai vissuto questa esperienza?
È stata fantastica: era uno dei miei sogni di bambina interpretare un marchio di moda. Ho accettato subito la proposta perché REDValentino rispecchia il mio essere un po’ rock e un po’ romantica. Con lo staff abbiamo trascorso una giornata molto intensa, con tanti cambi di abito e scena. Mi sono sentita a mio agio e ho anche imparato tante cose. Un’esperienza da ripetere, sicuramente.
Sei un’appassionata di moda?
Assolutamente sì, sono appassionatissima fin da quando, da piccola, seguivo mamma alle sfilate. Fra gli oggetti che amo collezionare, ad esempio, le borse…
Quali altre passioni e interessi hai oltre all’atletica?
Amo la storia dell’arte e la lettura, i libri fantasy soprattutto. Mi piace anche viaggiare e non vedo l’ora di poterlo fare di nuovo: mi appassiona scoprire nuove culture e la storia di Paesi diversi dal nostro.