Trama
Il romanzo, vincitore del premio Campiello 1972, è formato da un insieme di racconti che hanno per protagonista il dottor Anselmo – alter ego tobiniano – e come ambientazione un antico monastero arroccato su una collina, trasformato in ospedale psichiatrico.
I personaggi che incontriamo sono i pazienti, i medici e gli infermieri che gravitano nella struttura. Il dottor Anselmo si è ritirato nel manicomio come su un’isola. Nauseato dalla dittatura fascista prima, e dal dopoguerra poi, è particolarmente sensibile all’umanità dei suoi malati, che vengono trattati come se avessero solo momentaneamente smarrito il lume della ragione.
I personaggi
Nei personaggi raccontati si ritrovano le caratteristiche della mentalità lucchese non solo nei contenuti, ma anche per l’atmosfera che si crea.
La citazione degna di nota
Solo in un manicomio si sa quanto arriva a soffrire una creatura umana.
Le nostre riflessioni
Tutto gira intorno alla follia che si trova nel microcosmo del manicomio di Maggiano, una struttura antica vicino Lucca, ex monastero gremito di corridoi, atri e scale che il dottor Anselmo percorre e ripercorre infinite volte nel corso della sua esistenza, trascorsa in gran parte all’interno dell’istituto, in cui ha scelto di abitare conducendo la stessa vita dei suoi pazienti. È un uomo dell’altro secolo, colto, educato, affabile e sensibile.
La narrazione si presenta come un diario personale dello stesso autore, delle vicende vissute come uomo e come medico.
Le parole chiave del libro
Umanità
varietà umana
sentimento
empatia
identità perduta