Ha vissuto come tutti il periodo del lockdown stando in casa, ma con incursioni virtuali on line per regalare alcuni dei suoi più grandi successi ai fan e passare insieme le date più importanti trascorse durante l’emergenza.
Prima c’è stata Gigante, in versione “live in quarantena”: «Ognuno da casa sua, ma carichi abbestia come se fossimo tutti insieme, lì sul palco insieme a voi». Poi in occasione della Liberazione è andata online Bella Ciao, cantata da Piero Pelù e Lili (la figlia Linda), accompagnata dal messaggio: «Liberi di festeggiare il 25 aprile e liberi di non farlo: questa è La Libertà. Il resto è dittatura».
Il 22 aprile, invece, il rocker toscano non poteva non festeggiare il cinquantesimo anniversario della “Giornata della Terra”, con uno dei suoi ultimi successi, Picnic all’Inferno, testo di Pelù e Greta Thunberg, una canzone dedicata «a tutta quella natura che si sta riprendendo il mondo».
La folla del 4 gennaio 2020, impegnata insieme a Piero a ripulire la Spiaggia della Feniglia, quel tratto di terra che unisce la Maremma all’Argentario su cui le mareggiate avevano portato rifiuti di tutti i generi, è una di quelle immagini di cui probabilmente dovremo fare a meno ancora per qualche tempo.
Intanto però la natura si è ripresa un po’ del suo spazio e Piero Pelù non demorde nella sua lotta per un mondo più pulito: «Come tutti ho dovuto rivedere i miei piani – dice Piero -, ma la mia intenzione resta quella di portare avanti il clean beach (dall’inglese pulizia delle spiagge, ndr) ovunque andrò, anche perché i nostri sono piccoli passi, piccole azioni che però fanno molto. Ho visto che la risposta alla mia chiamata agli appuntamenti di pulizia della natura è stata straordinaria: molta gente, molti giovani hanno partecipato con entusiasmo. Questo mi ha reso felicissimo, perché voglio lasciare ai miei figli e ai miei nipoti un pianeta vivibile. Come dico sempre, raccogliere plastica non è da sfigati, è da rivoluzionari».
In Picnic all’Inferno duetta con Greta Thunberg per la difesa dell’ambiente. Cosa pensa Pelù di Greta e come è nato il pezzo?
Penso che Greta stia facendo un gran lavoro ed è per questo che ho voluto unire la sua voce alla mia in Picnic all’Inferno. Io sono da sempre impegnato per tutelare l’ambiente, ma penso che questa ragazza stia attuando una rivoluzione tra le giovani generazioni ed è quello di cui ha bisogno il nostro pianeta. L’ho contattata tramite i legali di famiglia quando mi è venuta l’idea di creare Picnic e lei ci ha dato il suo benestare, credo che l’idea le sia piaciuta.
Pulire, ma anche non sporcare e in senso più generale non inquinare. Quali sono le buone pratiche ambientali che Piero Pelù applica ogni giorno?
Ad esempio evito di usare la plastica nel mio quotidiano e limito al minimo l’utilizzo di detersivi e saponi a meno che non siano naturali. Sono piccole accortezze che non costano molto a ognuno di noi ma che sommate fanno tanto.
Pugili fragili, il titolo del suo ultimo disco, è un ossimoro. Cosa c’è del pugile e cosa di fragile in Piero Pelù?
Sì, è un ossimoro: tutti noi siamo pugili perché dobbiamo lottare in questa società in un modo o nell’altro, ma siamo anche fragili. Io stesso lo sono, perché sono pugile quando devo lottare per quello in cui credo o devo anche solo esibirmi su un palco e far sentire la mia voce, ma sono fragile quando da nonno mi trovo davanti ai miei nipotini e mi sciolgo.
Piero Pelù è storia e attualità della musica italiana. Qual è il suo brano del passato che meglio interpreta lo spirito di questi tempi?
Non saprei, credo che ci siano molti brani di questi ultimi 40 anni che possano considerarsi attuali, ho sempre prestato molta attenzione al mondo che mi circonda nel momento della scrittura e scrivere di verità rende sempre i brani immortali.
Possiamo finire con un augurio per il futuro?
Nella terribile situazione da cui stiamo uscendo in questo momento, l’augurio è che tutto passi in fretta e che si possa tornare al più presto alla normalità. Alle nuove generazioni dico di rimanere sempre curiosi e attenti all’ambiente in cui viviamo.
Pelù è uno dei promotori dell’appello “L’arte è vita, salviamo lo spettacolo dal vivo”, lanciato con tanti altri artisti (fra cui Alessio Boni, Luca Barbarossa, Ascanio Celestini, Amii Stewart, Vinicio Capossela, Paolo Fresu, Omar Pedrini, Fabrizio Gifuni, Damiano Michieletto e Simone Cristicchi) per portare all’attenzione delle istituzioni la questione del settore dello spettacolo per favorirne la ripartenza, e ha partecipato al progetto del remix della canzone di Rino Gaetano Il cielo è sempre più blu, i cui proventi verranno devoluti alla Croce Rossa Italiana.