L’emergenza da Coronavirus ci sta insegnando che pazienza e calma sono centrali per sopravvivere alle crisi. Fare piccoli lavori di giardinaggio o coltivare l’orto è un ottimo antistress, perché aiuta a recuperare il giusto rapporto con il trascorrere del tempo, vissuto spesso con troppa ansia. La terra ci insegna il valore dell’attesa, e ci restituisce equilibrio fisico e mentale. E anche se non abbiamo un pezzo di terra davanti casa, un balcone, anche piccolo, o una terrazza ci offriranno uno spazio per metterci alla prova.
Terreno a posto
Il periodo migliore per effettuare la pacciamatura è compreso tra i mesi di aprile e giugno, quando il suolo è sufficientemente caldo e umido, e le piante sono in pieno sviluppo. Consiste nel distribuire sulla superficie del terreno uno strato di materiale organico di varia natura, con la funzione di conservare l’umidità del terreno, limitando la traspirazione, e di proteggere le radici dalle variazioni di temperatura. Inoltre, apporta elementi nutritivi al terreno e ne migliora la struttura.
Prima di pacciamare, è bene eliminare le erbe infestanti presenti, sarchiando il terreno con l’aiuto di una zappa o di una forca, o praticando un diserbo manuale per asportare tutto l’apparato radicale delle “erbacce”. Quest’operazione è utile per un giardino, ma anche per i singoli vasi, tenendo presente però che ogni pianta vuole la sua pacciamatura. Gli aghi di conifere, ad esempio, sono ideali per piante acidofile come azalea, camelia, rododendro.
Se abbiamo un giardino ci possiamo dedicare al taglio dell’erba del prato facendo attenzione a non portare via i germogli o alla potatura e sistemazione delle siepi.
Sul muro o a terra
Fra i rampicanti, in questo periodo fioriscono alcune clematidi, che rallegrano i nostri giardini con grandi quantità di fiori delicati. È il momento quindi di legare ad appositi sostegni i nuovi getti, senza stringerli troppo. I graticci in legno o in plastica rappresentano il sostegno migliore per le piante rampicanti, che vi si attorcigliano intorno per mezzo di viticci (Passiflora), piccioli (Clematis) o fusti (Akebia).
Aprile rappresenta anche il periodo ideale per realizzare macchie di acidofile, con azalee, camelie, erica: basta scegliere una posizione riparata e scavare una buca profonda circa 50 cm, sistemare le piante, colmare lo spazio rimanente con terriccio di erica mescolato a torba acida e aggiungere un concime complesso con microelementi. Per le irrigazioni, che dovrebbero essere effettuate con acqua non calcarea, raccogliere acqua piovana in apposite cisterne. Ogni 2 o 3 giorni annaffiare le piante appena trapiantate, zappettare il terreno intorno ad alberi e arbusti ed eliminare eventuali infestanti. Giacinti, narcisi e tulipani sono in piena fioritura e non richiedono cure particolari, se non l’asportazione dei fiori appassiti. In questo modo si favorisce l’ingrossamento dei vecchi bulbi e lo sviluppo dei nuovi.
Sguardo al futuro
Aprile è il mese più indicato per piantare le bulbose che fioriranno nei mesi estivi e autunnali, come tulipani, fresia, la petunia, i gladioli, i mughetti. In questo mese si prosegue anche la piantagione dei gigli e delle begonie tuberose. Consigliabile acquistare i bulbi freschi all’inizio della stagione, quando c’è più ampia varietà di scelta.
Cosa metto nell’orto?
Ripulito l’orto dalle erbacce e zappato il terreno, facendo attenzione alle temperature più fredde della notte, in questo mese si possono piantare prezzemolo, insalata, porri, spinaci, cavoli, carote, ravanelli… Per pomodori, melanzane o basilico meglio aspettare la fine del mese o maggio, sopratutto se abitiamo in zone di alta collina o montagna. Un consiglio è quello di coprire le piantine con del tessuto non tessuto per ripararle dalle eventuali escursioni termiche.
Ultime dalla Regione: andare all’orto si può, le regole da rispettare
Con un’ordinanza del 14 aprile il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi ha autorizzato oltre che gli imprenditori agricoli, anche chi si dedica alle attività agricole in via amatoriale a svolgere le operazioni colturali che la stagione impone e che sono necessarie alla tutela delle produzioni vegetali e può, inoltre, accudire gli animali allevati. Lo spostamento all’interno del comune e verso altri comuni può essere giustificato con la necessità di provvedere allo svolgimento delle attività di agricoltura amatoria, purché sia effettuato non più di una volta al giorno, da massimo due componenti per nucleo familiare, e sempre nel pieno rispetto di quanto previsto dai Decreti della Presidenza del Consiglio dei Ministri e di tutte le norme di sicurezza relative al contenimento del contagio da COVID – 19.
(Cecilia Morandi e Valentina Vannini)