Tre buone regole per la nostra salute
- Restare a casa e chiamare il medico di famiglia o il pediatra, disponibile dalle 8 alle 20 festivi compresi, in caso di raffreddore, febbre o altri sintomi influenzali.
- Evitare i luoghi affollati e mantenere la distanza di almeno un metro dalle altre persone.
- Lavarsi più volte al giornali le mani per almeno 60 secondi.
Sono le tre buone regole per la salute di tutti diffuse dalla Regione Toscana per la prevenzione del Coronavirus, estratte dal decalogo di comportamento per la popolazione, mentre il DPCM del 4 marzo ha disposto come misure riguardanti il contrasto e il contenimento sull’intero territorio nazionale del diffondersi del Coronavirus la chiusura di tutte le scuole e gli atenei del Paese e la sospensione di “manifestazioni, eventi e spettacoli di qualsiasi natura, ivi inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo, sia pubblico sia privato, che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro”.
Buona norma alla cassa dei Coop.fi
Unicoop Firenze sta seguendo l’evolversi della situazione adottando le misure di prevenzione indicate dal Minsitero della Salute e della Regione Toscana.
Tra le nuove indicazioni per soci e clienti che si recano a fare la spesa nei punti vendita di Unicoop Firenze, con l’obiettivo di favorire il rispetto delle indicazioni contenute nel DPCM del 4 marzo 2020, la richiesta a tutti i soci e clienti che usufruiscono delle casse tradizionali di posizionare la merce all’inizio del nastro scorrevole e, una volta terminata questa attività, di recarsi direttamente nella zona di insacchettamento della spesa. Questo per evitare lo stazionamento davanti alla cassa e all’operatore o alla operatrice.
La comunicazione è stata declinata su più supporti, come cartelli e stele, posizionati sul nastro delle casse tradizionali, di fronte all’operatrice o all’operatore di cassa e nelle aree davanti alle casse veloci e Salvatempo. L’affissione davanti alla cassa riporterà una freccia con la richiesta di spostarsi nell’area dell’insacchetamento, mentre altri supporti ricordano la buona pratica di mantenere la distanza di sicurezza, anche quando ci si trova in fila, di un metro rispetto alle altre persone, anche al box informazioni.
Il parere dell’esperto
Ai fini di sensibilizzare e informare sulla prevenzione del virus l’Informatore online ha intervistato il 2 marzo il dott. Renzo Berti, direttore del Dipartimento di Prevenzione ASL Toscana Centro.
“Non fasciamoci la testa, ma mettiamoci il casco”.
È la metafora usata da Renzo Berti, il medico a capo del Dipartimento di Prevenzione Asl Toscana Centro, che specifica: “in questo momento è fondamentale non farsi prendere dal panico. Non è necessario cambiare radicalmente le proprie abitudini, ma può essere l’occasione per instaurare quelle buone prassi igieniche che a volte tendiamo a trascurare”.
Iniziamo dalla situazione attuale, a che punto è il contagio?
Il contagio negli scorsi giorni si è esteso ad una parte importante della popolazione. L’Italia, come sappiamo, è ai primi posti a livello mondiale ed è cresciuta anche la preoccupazione. Sottolineiamo però che la Toscana è interessata solo relativamente dal virus e che la crescita del numero dei contagiati non è esponenziale.
La sanità toscana come sta reagendo?
In questo momento è messa a dura prova, soprattutto per lo sforzo di programmare l’attività anche a fronte di scenari più critici di quelli attuali. I livelli organizzativi si confrontano sistematicamente e sono state messe in campo misure di prevenzione e comunicazione. La parte ospedaliera per il momento è interessata solo marginalmente in ragione dei pochi casi rilevati.
Quarantena e isolamento. A quali sintomi della malattia sono riconducibili questi provvedimenti? Chi li deve rispettare?
Come sappiamo, il virus dà luogo a sintomi che si risolvono in difficoltà modeste nella gran parte dei casi, l’85% circa. C’è poi un 5% di casi di malati che devono ricorrere alla terapia intensiva e una percentuale ancora non definita di decessi. La quarantena viene adottata per i soggetti risultati positivi al virus o che hanno avuto contatti stretti con soggetti contagiati e dura 14 giorni, il tempo massimo di incubazione del virus. Si tratta spesso di una permanenza domiciliare isolata, durante la quale la ASL si fa carico di una sorveglianza attiva, che si applica anche a chi rientra dalle aree a rischio, il cui quadro è in continuo aggiornamento.
Veniamo ai consigli.
È stato predisposto un decalogo che comprende i principali comportamenti da seguire. Il primo è quello di lavarsi le mani, se possibile con prodotti specifici, oppure con il sapone, avendo cura di utilizzare acqua calda, lavandole frequentemente e almeno per un minuto. Importante anche evitare il contatto con le persone che presentano una sintomatologia respiratoria, in altre parole che starnutiscono o tossiscono. Per le persone anziane si sconsiglia di frequentare i luoghi affollati.
Mascherina sì o mascherina no?
La mascherina può essere utile per chi ha sintomi o presta assistenza, altrimenti non è necessaria.
Le cose da fare e quelle da non fare, in tempi di Coronavirus.
Meglio non sostare nei luoghi affollati quando non c’è bisogno e se c’è il sospetto della patologia. Un esempio: in questi giorni abbiamo assistito ad un drastico calo dei ricorsi al pronto soccorso. Questo significa che prima gli accessi non erano tutti motivati. Ricordiamo che chi ha il sospetto del contagio non deve andare al pronto soccorso, ma contattare il proprio medico di base o i numeri dedicati dell’Azienda sanitaria. Per il resto, non sono necessari cambiamenti radicali delle nostre abitudini, pensiamo piuttosto a integrare nei nostri stili di vita le buone prassi igieniche.