Truffa per truffa: il conto che non torna

Quinto appuntamento della nostra rubrica settimanale, realizzata in collaborazione con le Forze dell’Ordine, con testimonianze di persone rimaste vittima di truffatori

Dalla tecnica della “cauzione”a quella della “perdita di gas’ sono innumerevoli le strategie adottate dai malviventi per carpire la fiducia delle loro vittime. Uomini e donne a cui, a volte, può bastare un sorriso, un’attenzione rivolta senza chiedere nulla in cambio, per sentirsi disposti a concedere la propria fiducia a chi se ne finge degno.

Inevitabile che vi sia chi, di tutto questo, tenti di approfittare, escogitando le strategie più varie per scalfire la naturale diffidenza delle proprie vittime. Subdole e fantasiose, le tecniche adottate dai truffatori hanno schemi ricorrenti: conoscerli è il primo passo per difendersene.

Il conto che non torna: la storia di Umberto

Umberto ha appena fatto un consistente prelievo di denaro dal suo conto Bancoposta. Una vecchia abitudine, quella di ritirare per intero o quasi la pensione, a fine mese, per poi tenerla nel cassetto che fa da salvadanaio, per lui e per la moglie Bianca.

Nessuna preoccupazione lo sfiora, mentre percorre la strada verso casa col suo “gruzzolo” di un migliaio di euro nel borsello. Non è nato ieri, Umberto, e certo non è uno che si faccia derubare dal primo ladruncolo che capita. A questo pensa mentre, a pochi passi dall’ufficio postale, gli si avvicina un ragazzo, esibendo un tesserino di Poste Italiane. C’è stato un errore nel conteggio delle banconote appena prelevate, gli spiega; è indispensabile fare una verifica.

Umberto, però, esita. Qualcosa, infatti, lo ha messo in allarme nell’atteggiamento di quel giovane che pure sembrerebbe tutto fuorché un predatore di pensioni altrui. Nella mente del pensionato è affiorato un ricordo: non è passato molto tempo da quando la moglie, una domenica, lo ha costretto a seguirla in parrocchia. Il suo amato Don Giulio, preoccupato per alcuni casi di truffe che avevano visto coinvolti alcuni anziani della sua comunità, aveva invitato il Comandante della vicina Stazione per parlare ai parrocchiani e metterli in guardia da un fenomeno ormai impossibile da ignorare. E tra i casi che il militare aveva citato, ce n’era uno simile al suo, finito con il pensionato che, una volta a casa, si era ritrovato a contare banconote false.

Per Umberto, a quel punto, non ci sono dubbi sul da farsi: fingendo di aprire il borsello per prendere le banconote, estrae invece il telefonino e, con fermezza si rivolge al sedicente impiegato: «Mi dispiace, ma questa volta ti è andata male. Se non giri alla larga, chiamo i Carabinieri». Il giovane non se lo fa ripetere due volte. A Umberto non rimarrà che correre alla Stazione dell’Arma per raccontare tutto e fornire ai militari ogni informazione utile a rintracciare il truffatore mancato.

Come difendersi: due consigli delle Forze del’Ordine

  1. Il tesserino non basta. Di visite, quando si è in casa, se ne possono ricevere tante. Ma non certo quelle degli impiegati di banca, i cui servizi vengono offerti solo presso gli sportelli, per corrispondenza, con carte di credito e online. Particolare attenzione, poi, a chi dice di far parte di enti benefici o religiosi, che, in modo assolutamente più credibile, preavvisano con messaggi nella buca delle lettere e di prassi non inviano volontari nelle abitazioni. Alla porta c’è un rappresentante delle Forze dell’Ordine, con un tesserino di riconoscimento a giustificare gli abiti civili? Comportamento del tutto inusuale: Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza operano presso le abitazioni in uniforme e vi giungono con auto di servizio. Chiamate senza esitazione il 112. Il suo compito è garantire la vostra sicurezza.
  2. Un buon vicinato. Proprio per non rinunciare alle proprie abitudini e ai propri interessi, insomma, giunti ad un certo momento della vita alcune precauzioni in più, a partire da quelle che vi abbiamo indicato, è bene prenderle. Certo, non tutti in casa possono permettersi la porta blindata, il dispositivo antifurto o la cassaforte. Ma può essere fondamentale, ad esempio, un buon rapporto di vicinato. Perché è proprio il vicino che salutate tutti i giorni, e con cui è sempre bene scambiare il numero di telefono, che potrà intervenire in vostro aiuto prima di chiunque altro, ben conoscendo il vostro stile di vita e individuando eventuali, preoccupanti “anomalie” nella vostra quotidianità.

Ma soprattutto, in caso di necessità, reale o presunta, non esitate a chiamare il 112. Il numero è gratuito e saranno pronti ad aiutarvi.

A cura della Redazione dell’Informatore in collaborazione con le Forze dell’Ordine)

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