Il pane e le briciole

In 50 anni, tantissime persone hanno costruito Unicoop Firenze: tra questi, Sanzio Benvenuti. Una vita dedicatala sua vita alla Cooperativa, prima come dirigente, poi come consigliere di sezione soci

Quante persone hanno costruito Unicoop Firenze in mezzo secolo? Tante, tantissime, e l’anniversario dei 50 anni dalla fondazione (1973-2023) è l’occasione per ricordarne alcune di straordinarie, seppur nella consapevolezza che l’attività del movimento cooperativo è, da sempre, un’attività collettiva. 

Una vita per la cooperazione

Partiamo da Sanzio Benvenuti: nome artistico (che rimanda al pittore Raffaello), cognome dal tono accogliente. E l’accoglienza era uno dei valori su cui puntava questo importante dirigente, tanto che uno dei suoi ultimi impegni, nella sezione soci di Firenze Sud Est, si espresse nell’organizzare e praticare la “spesa accompagnata” nei negozi, un’azione di sostegno per le persone con disabilità e per gli anziani in difficoltà. 

Sanzio Benvenuti ci ha lasciati nel 2016, dopo 60 anni di impegno nel mondo Coop. Nato nel 1929, dopo aver conseguito il diploma tecnico e aver proseguito gli studi universitari in Economia e Commercio, da studente-lavoratore, non ancora trentenne abbandonò un posto sicuro nell’amministrazione provinciale fiorentina per entrare in Federcoop e per andare a dirigere, poco dopo – siamo nel 1957 -, la Cooperativa di Legnaia.

Furono anni di grande lavoro organizzativo: nel 1962 la Cooperativa di Legnaia e la Cooperativa di Rifredi si unirono e nacque Coop Firenze. Nel 1966 quest’ultima entrò nella Casa del Popolo di Sesto Fiorentino e Benvenuti ne divenne direttore commerciale e del personale. Una carriera proseguita tutta la vita: presidente della sede secondaria di Coop Italia a Sesto nel 1974, presidente del Consorzio Cooperative di Consumo Firenze dal 1978 fino alla confluenza in Unicoop Firenze nel 1994. E ancora, dal 1994, presidente del Consorzio Centro Italia a Castiglione del Lago e per oltre vent’anni – dal 1990 al 2011 – membro del comitato esecutivo di Unicoop Firenze. 

Nomi, date e luoghi che parlano da soli e ci danno l’idea di un dirigente di primissimo livello. Ma com’era Sanzio? Chi l’ha conosciuto esordisce sempre con frasi ferme e nette: «un lavoratore infaticabile», «una persona integerrima», «un uomo di una coerenza granitica». 

Sanzio Benvenuti

I ricorso dell’amico Piero Boncinelli

Chi entra un po’ più nel dettaglio è Piero Boncinelli, amico di tutta una vita, non solo professionale: «Che vi devo dire di Sanzio? Avevo per lui una grande stima e una grande amicizia. Tanti anni passati insieme, nella cooperativa e fuori. Lui lavorava in Oltrarno e io al Madonnone, verso Campo di Marte, poi io a un certo punto sono andato a lavorare per Coop Italia a Bologna e lui nella Toscana del sud, verso l’Umbria, ma ci siamo sempre frequentati. Era una persona dura, nel senso buono del termine. Non le mandava mai a dire dietro, difendeva sempre le sue idee, non solo con le persone che dirigeva ma soprattutto con quelle che erano sopra di lui. E quando ancora vado al “coppone” a Sesto a fare la spesa, non c’è una volta che qualcuno non me lo rammenti. Perché Sanzio era così: tenace, diretto, e se ti dava la sua parola potevi stare sicuro che non se la rimangiava». 

Gli aneddoti su Benvenuti sono tanti, ma tutti legati da un unico principio, quasi una virtuosa ossessione: la vocazione al contenimento delle spese nella gestione dei negozi Coop, affinché il risparmio fosse garantito ai clienti che quei negozi avrebbero frequentato, ma anche per costruire un futuro luminoso per la cooperativa. L’austerità al servizio della collettività, dando l’esempio in prima persona. E allora non stupisce chi racconta le storie più disparate con divertimento, ma anche con ammirazione, come la scelta del Benvenuti di mettere le luci a tempo negli ambienti meno frequentati dei centri commerciali o il suggerimento, scherzoso ma non troppo, di aggiungere ai mozziconi delle matite dei pezzetti di canna per poter sfruttare fino all’ultimo millimetro di grafite.

Altre storie e altre epoche. Ma la metafora finale del collega e amico Boncinelli rende bene l’idea, un’idea bella anche per l’epoca nostra: «Sanzio Benvenuti la pensava così: più briciole si risparmiano, più il pane resta grande. E con un pane più grande, si possono fare prezzi più giusti…».

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