Dieci anni e non sentirli

Letizia Fuochi e il progetto di Lettura ad alta voce nel territorio lastrigiano

Ricorda la cantautrice Letizia Fuochi: «Era il mese di settembre del 2013 quando varcai per la prima volta la porta della Sezione Soci Le Signe e mai avrei immaginato fino a che punto quell’incontro avrebbe segnato non solo il mio percorso artistico e professionale. Mi trovai di fronte a un gruppo di persone, per età e formazione completamente differenti, eppure desiderose di abbandonarsi a una passione, quella della lettura ad alta voce come strumento di relazione con se stessi e con l’altro».

In questi dieci anni sono stati costruiti percorsi letterari e di memoria storica non solo per Unicoop Firenze, ma anche in collaborazione con l’Istituto Storico Toscano della Resistenza e dell’Età contemporanea, con le biblioteche e le scuole della città metropolitana.

Nasce così anche “Chissà se va”, storia della televisione in bianco e nero che ha coinvolto non solo i partecipanti e le partecipanti al laboratorio di quest’anno, ma anche altri amici della sezione soci Le Signe pronti a dare il loro contributo costruendo oggetti utili per lo spettacolo. Sul palco, dalle “Signorine Buonasera” alla creazione dello studio di Lascia e Raddoppia (con tanto di Mike Bongiorno, Sabina Ciuffini e Notaio), dai cammei di Ave Ninchi e Bice Valori, alla dissacrante Franca Valeri e al geniale Achille Campanile, ai momenti musicali con Caterina Caselli, Renato Rascel, il Quartetto Cetra, Mina e Alberto Lupo… «insomma, il ritratto di una televisione che nel suo essere servizio pubblico non era solo occasione di intrattenimento, ma anche strumento di educazione e informazione. Il mezzo televisivo aiutò a combattere il diffuso analfabetismo, contribuendo a creare una lingua nazionale molto più di quanto fosse stata in grado di fare la scuola fino a quel momento: era l’epoca in cui nulla era lasciato all’approssimazione e la qualità determinante» prosegue Letizia.

Lo scorso 14 giugno, il gruppo di lettori e lettrici ha debuttato alla Casa del popolo di Tripetetolo di Lastra a Signa davanti a più di cento spettatori. «L’intenzione è quella di proseguire nel percorso con la sezione soci, pronti a tornare in scena e superare timori e timidezze. Basta chiudere gli occhi, prendere un bel respiro e ripetere ad alta voce: “Ma si che va!”»è l’augurio di Letizia Fuochi.

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