Colore, ingegno, impegno, creatività e tante braccia al lavoro, per dare un volto nuovo all’Istituto Comprensivo Statale IV Novembre di Arezzo dove, questa mattina, si è tenuto un incontro di inaugurazione ufficiale della sede rinnovata, alla presenza dei tanti che hanno dato il proprio contributo ai lavori.
Il progetto di rinnovamento ha visto una prima di fase di interventi di muratura e smaltimento di vecchi arredi gestita dal Comune di Arezzo; la seconda fase, quella di imbiancatura, ridefinizione e decoro degli spazi, ha coinvolto poi gli alunni e i docenti stessi, coadiuvati da genitori, ex studenti e da una rete ampia di volontari: fra questi anche la sezione soci Coop di Arezzo che ha contribuito all’iniziativa, insieme ad altre associazioni quali il Circolo Baobab, gli Scout CNGEI, i ragazzi di Onda d’Urto, l’Associazione ACB Social Inclusion, il Circolo Legambiente di Arezzo, l’Associazione ToscanABILE. Quattro giorni di lavori, il 2, 3, 5 e 6 settembre, in cui il gruppo è stato coordinato da Donatella Bidini, del Circolo Baobab e LAB 2030, che ha progettato e organizzato tutta l’operazione.
Il modello DADA
Il riallestimento degli ambienti non è stata un’operazione solo estetica ma è stato il primo passo di una vera riorganizzazione del modo di stare a scuola, innovativo e stimolante. L’Istituto IV Novembre ha, infatti, scelto di aderire al Modello DADA che già decine di scuole in Italia hanno adottato. La scuola entrerà quindi nella rete che raccoglie tutti gli istituti dove è impiegato il Modello: è un progetto ambizioso che nelle sue linee portanti è già definito, ma che andrà a regime gradualmente e che sarà sottoposto a continuo monitoraggio e via via modellato sulle specifiche esigenze che emergeranno nel corso dell’implementazione.
«Sono stati giorni di grande impegno personale e di fatica condivisa, ma anche di divertimento e di socialità: bambini, ragazzi e adulti alle prese prima con pennelli, rulli e vernici e poi con spugne, raschietti e spazzoloni. Grazie alla collaborazione di tutti, abbiamo ridisegnato il volto dell’Istituto che, si avvia così, ad adottare il Modello Dada, basato proprio su un uso innovativo degli spazi. In questo modello gli alunni si devono attivamente spostare in ambienti diversi e predisposti per quegli specifici contenuti e quelle specifiche attività. Questa attivazione fisica e motoria, l’investimento sulla loro autonomia ne favoriscono la partecipazione, il protagonismo, l’interesse e il piacere di fare e imparare», commenta Marco Chioccioli, Dirigente Istituto Comprensivo Statale IV Novembre.
«Abbiamo promosso l’iniziativa, dando il nostro sostegno concreto perché la scuola è il luogo da cui partire per progettare un futuro nuovo e migliore per i nostri giovani. Abbiamo colto, fra i giovani e gli insegnanti, un grande entusiasmo, la voglia di darsi da fare per cambiare le cose in meglio, aggregando intorno al progetto tante persone e energie positive. Questa è stata una vera esperienza di cooperazione, in cui essere e fare insieme ha permesso di raggiungere un risultato importante, per tutti noi e per la qualità della vita scolastica degli studenti», conclude Daniela Ceccarelli, presidente sezione soci Coop Arezzo.
Una scuola laboratorio
Con i lavori di inizio settembre, gli spazi sono stati quindi ripensati e riallestiti proprio in funzione del Modello DADA in cui le aule non vengono assegnate alle classi, ma ai docenti (uno o due per aula): ciò rende ogni stanza della scuola un laboratorio disciplinare, sistemato e gradualmente arricchito di materiali e strumenti per l’apprendimento di una specifica disciplina e secondo le scelte del docente. Dopo la risistemazione degli spazi, la scuola ora accoglie i laboratori di Tecnologia, di Scienze, di Arte, di Musica, di Inglese, di Italiano, di Matematica, di Religione.
Ogni ambiente verrà gradualmente sistemato dall’insegnante che lo utilizzerà disponendo gli arredi in modo funzionale alla disciplina e al suo personale metodo di insegnamento, arricchendo le pareti di materiale didattico di supporto che faciliti e agevoli l’apprendimento, tenendo a portata di mano libri e strumenti utili allo svolgimento delle lezioni e delle attività.
Inoltre, le aule sono state raggruppate sui piani per affinità disciplinare: il piano terra è dedicato alle attività motorie ed espressive, il primo piano alla matematica e alle scienze, il secondo piano all’Italiano, alla storia e alla geografia, il terzo piano ai linguaggi e alla religione e alle materie alternative. In ogni piano saranno disponibili anche ambienti dedicati alle attività di sostegno. In tutto questo, gli alunni saranno gradualmente allenati e abituati a muoversi, solitamente ogni due ore di attività, da un laboratorio all’altro, per cambiare disciplina, cambiare docente e cambiare ambiente, con effetti positivi sul benessere e sull’apprendimento.
Una scuola aperta alla comunità del quartiere
In questa profonda trasformazione, l’Istituto scolastico mette anche a disposizione quattro ambienti per le associazioni del quartiere, per presentare o svolgere le proprie attività e creare un ‘ponte’ fra la scuola e l’extrascuola: da maggio a dicembre, ad esempio, questi ambienti ospitano quattro Escape Room, stanze-enigma a tema, ideate e realizzate dagli studenti e per gli studenti insieme a Donatella Bidini, in parte a scuola e in parte al Centro di aggregazione LAB2030.