Si celebra il 5 febbraio la 12ª Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare. Anche quest’anno Unicoop Firenze conferma il suo impegno sul tema, con i risultati dei progetti antispreco attivi nei punti vendita della cooperativa: grazie al progetto Buon fine e all’iniziativa Mangiami subito, la cooperativa ha messo in campo processi virtuosi per ridurre le eccedenze, trasformando lo spreco in solidarietà e risparmio.
Con il Buon fine nel 2024 la cooperativa ha recuperato, da 85 punti vendita e 10 piattaforme merci, oltre 465mila chili e 787mila prodotti ceduti a 82 associazioni toscane impegnate nel contrasto alla povertà alimentare.
Nei punti vendita è attiva anche l’iniziativa Mangiami subito che consente di acquistare con lo sconto del 50% i prodotti prossimi alla scadenza oppure con una piccola imperfezione nella confezione: nel 2024 l’iniziativa ha consentito a soci e clienti un risparmio di oltre 4 milioni di Euro.
Il progetto Buon fine
Da oltre 20 anni la cooperativa è impegnata sul tema della riduzione dello spreco e ha al suo attivo il progetto Buon fine per contribuire a un utilizzo più sostenibile delle risorse: Sostenibilità, circolarità, solidarietà: queste le tre parole chiave del progetto grazie al quale i prodotti non più vendibili ma ancora idonei al consumo possono essere ceduti alle associazioni di volontariato che si occupano di persone svantaggiate.
Il progetto è un esempio di vero e proprio processo cooperativo che coinvolge i lavoratori dei punti vendita, i soci Coop e le associazioni del territorio. Grazie a questa filiera virtuosa, lo spreco si trasforma in risorsa: il lavoro inizia nei punti vendita, dal controllo attento dei prodotti, per recuperare i prodotti vicini alla scadenza o con piccoli difetti, o prodotti freschi rimasti invenduti a fine giornata.
Un importante contributo arriva poi dalle sezioni soci che, a titolo volontario, si occupano delle relazioni con enti pubblici e associazioni. Insieme a questi anche le amministrazioni locali che supervisionano il processo di donazione e i soggetti donatari che ritirano i prodotti per assistere le persone bisognose.
I numeri dello spreco
Lo spreco alimentare rappresenta un problema significativo poiché ha implicazioni sociali, economiche e ambientali. Basti pensare che, secondo recenti dati FAO, ogni anno si spreca circa un terzo del cibo prodotto a livello globale, con un impatto devastante in termini di emissioni di gas serra e sfruttamento delle risorse naturali.
Secondo i dati del rapporto “Il caso Italia”, presentati ieri dall’Osservatorio Waste Watcher International, nel 2024 l’Italia ha registrato un significativo aumento dello spreco: ogni settimana sono stati gettati 566 grammi di cibo per persona, con un aumento dell’8,05% di spreco rispetto al 2023 (524 grammi a settimana). Lo spreco complessivo in Italia vale oltre 13 miliardi di Euro di cui la maggior parte – oltre 7 miliardi – derivano dallo spreco domestico, mentre la restante quota è legata a sprechi e perdite in campo, nell’industria e nella distribuzione.
Povertà e spreco
Il Rapporto evidenzia poi che si spreca più nelle città e nei grandi Comuni (+8%) e meno nei piccoli centri, che sprecano di più le famiglie senza figli (+3%) e, soprattutto, sprecano molto più i consumatori con basso potere d’acquisto (+17%). Secondo il Rapporto, il contesto socioeconomico influisce significativamente sullo spreco: il ceto a basso reddito, che in Italia conta oltre 5,7 milioni di persone, presenta un allarmante aumento del 280% dell’insicurezza alimentare, misurata dall’indice FIES che indica il livello di accesso delle persone a cibo adeguato e nutriente.
Difficoltà economiche e basso potere d’acquisto indirizzano i consumatori verso cibo più scadente, meno salutare e più deperibile, con un aumento sia nello spreco che nel peggioramento della dieta e della sicurezza alimentare. Quanto alla hit dello spreco, fra gli alimenti più gettati settimanalmente la frutta (25,4 g), cipolle e aglio, pane fresco (20,1 g), insalate (13,8 g) e verdure (13,2 g).
Agenda 2030: come combattere lo spreco
#tempodiagire, #timetoact è il tema di questa 12esima edizione della Giornata per la prevenzione dello spreco alimentare, che ci ricorda il conto alla rovescia sempre più stretto per raggiungere l’obiettivo 12.3 dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite: dimezzare lo spreco pro capite.
In termini concreti, si tratta di arrivare nel 2030 a uno spreco pro capite di 368,7 grammi settimanali, ovvero la metà dei 737,4 grammi registrati 10 anni fa, al momento dell’adozione dell’Agenda 2030. Una sfida e una responsabilità condivisa che coinvolge sia i consumatori che le aziende. I gesti quotidiani di ognuno possono contribuire alla riduzione degli sprechi, e adottare un approccio consapevole è il primo passo verso il cambiamento.
Consigli antispreco
Alcuni consigli che possono aiutare a tenere d’occhio frigo e dispensa per gestire al meglio le scorte e gli avanzi.
– Pianificare i pasti: organizzare i pasti settimanali permette di evitare acquisti impulsivi e di ridurre la quantità di cibo che rischia di essere buttato.
– Fare attenzione alle scadenze: porre sempre attenzione all’etichetta, distinguendo tra “da consumarsi entro” e “da consumarsi preferibilmente entro il…”. Nel primo caso infatti il prodotto va consumato obbligatoriamente entro la data indicata, mentre il secondo riguarda il termine entro cui il prodotto mantiene le proprietà organolettiche e gustative, o nutrizionali specifiche in adeguate condizioni di conservazione.
– Utilizzare il congelatore: congelare gli avanzi o i cibi freschi acquistati in eccesso, permette di prolungare la durata degli alimenti senza perdere le loro proprietà nutrizionali.
– Consumare le parti meno “nobili” del cibo. I ritagli degli alimenti e le pelature delle verdure possono essere utilizzati per preparare dei brodi o polveri. Ritagli e bucce possono essere essiccate (nel forno a bassa temperatura) e tritate in polveri che aggiungono gusto e colore ai piatti.
– Riciclare gli avanzi: cucinare con creatività utilizzando gli avanzi riduce la necessità di acquistare nuovi ingredienti e minimizza gli sprechi.