Ciao Philippe!

In ricordo al saggista e divulgatore d'arte Philippe Daverio, scomparso lo scorso 2 settembre, la copertina di gennaio 2013 dell'Informatore a lui dedicata e un breve estratto dell'intervista rilasciata per la rivista in quell'occasione

Scrittore di saggi e grande divulgatore d’arte, conduttore per molti anni della trasmissione televisiva “Passepartout“, con cui ha fatto conoscere agli italiani, sempre con tono garbato e gentile, mai accademico, le bellezze e curiosità del patrimonio artistico e architettonico del nostro Paese e del mondo, è stato l’ideatore alcuni anni fa del progetto “Save Italy”, nato allo scopo di difendere, preservare, denunciare e proporre azioni e soluzioni per far splendere di nuovo lo straordinario patrimonio culturale e artistico italiano.

Si è spento dopo una malattia il 2 settembre a Milano Philippe Daverio. D’origine francese – padre italiano e madre alsaziana, naturalizzato italiano – a lui e alla sua “Rivoluzione degli educati”, definizione di Franca Valeri per “Save Italy!”, anche lei recentemente scomparsa, nel gennaio 2013 L’informatore aveva dedicato la copertina.

Philippe Daverio

In suo ricordo vi riproponiamo alcuni passaggi dell’Intervista, a cura di Antonio Comerci, che Phlippe Daverio rilasciò per il nostro mensile nel gennaio 2013, con il suo tono garbato ma pungente, dietro il quale si nascondeva una grande passione per l’arte ed anche per la nostra Toscana.

La rivoluzione degli educati

Cos’è il bello secondo Daverio?

«Probabilmente il bello non esiste. Esistono le cose condivise. Il “bello” è un concetto relativo: cambia nei secoli, anzi nel corso di un secolo muta più volte. Per esempio, i vecchi immobili agresti dell’area sud di Milano, 40 anni fa erano considerati brutti, perché nati in una condizione di miseria. Oggi vengono guardati con altri occhi, con una riscoperta di valori di rapporto fra campagna e vita, fra sistemi ambientali e qualità dell’esistenza. Molto spesso, poi, alcuni modelli passano da una classe sociale all’altra».

Come si fa a difendere il bello che è intorno a noi?

«Bisogna avere il coraggio di riattribuire a parte della società una funzione di guida, perché questa sorta di Caos in cui viviamo oggi è la conseguenza del caos della nostra democrazia. Winston Churchill diceva che “la democrazia è il peggiore dei governi, esclusi tutti gli altri”: stava pensando a Hitler che faceva il suo governo basato sul plebiscito. La vox populi allargata è la voce della demenza. È la catastrofe se non si generano filtri che danno alla democrazia la capacità di elaborare un pensiero, in cui si fa passare “il bello, il modello dell’etica del bello».

Quali criticità vede da questo punto di vista in Toscana?

«Ne avete poche, e in genere ci sono molte cose belle, ben valorizzate e mantenute. Semmai vedo dei problemi nelle aree archeologiche per l’eccessivo sfruttamento a fini turistici, che spesso non coincidono con le esigenze della conservazione. Insomma, non si può trasformare la Tomba di Ildebranda a Sovana, in una specie di “percorso tirolese” dove si gira in lungo e largo, sopra e sotto, mentre è un sito delicato e da proteggere. A parte queste considerazioni, si sta bene in Toscana!».

(intervista a cura di Antonio Comerci)

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