Carissimi soci e socie, carissimi lettori dell’Informatore,
questo mese nel giornale troverete una novità che spero possa risultarvi gradita. All’interno pubblichiamo un inserto di otto pagine a cura del quotidiano “Avvenire”. L’inserto contiene un commento approfondito della nuova enciclica di Papa Francesco intitolata Fratelli tutti.
Perché questa scelta? La nuova lettera del Papa evidenzia una serie di considerazioni che per il loro valore appartengono all’umanità intera, a prescindere dalla fede religiosa e dall’essere, o no, credenti.
Stiamo vivendo un’epoca di grandi cambiamenti sociali ed economici, di trasformazioni che stanno mettendo in discussione il modello di società in cui viviamo. Attorno a questo si è sviluppato un intenso dibattito, anche il nostro giornale ne parla spesso, teso ad approfondire a quale modello di sviluppo guardare per un futuro migliore, sia per il nostro pianeta, sia per le persone che lo abitano. L’emergenza ambientale, la crisi economica, le disuguaglianze che il modello attuale ha generato nel mondo, nei Paesi più poveri, ma anche nella nostra cara Europa e nella nostra carissima Italia, dove molte famiglie si barcamenano fra mille problemi economici, ci richiamano alle nostre responsabilità, così come lo fanno le difficoltà di tantissimi giovani a guardare verso un futuro dignitoso, sia nella ricerca di un lavoro sia di un rapporto più equilibrato fra natura ed esseri umani.
Nell’enciclica il Papa ci incoraggia a impegnarci verso un nuovo mondo in cui i valori della fratellanza siano il nostro faro, in cui i conflitti, le disuguaglianze, il rispetto dell’ambiente siano governati da una nuova visione in cui tutti, come si usa dire, “siamo sulla stessa barca”. Un nuovo mondo dove, ad esempio, il ruolo delle Nazioni Unite non sia più quello di gestire i conflitti già in corso sul pianeta, ma diventi luogo di condivisione e collaborazione fra i popoli. Qualcuno potrebbe dire che le parole del pontefice siano una mera utopia, ma è proprio partendo da un pensiero così forte, dalle utopie cioè, che possiamo dare un futuro al nostro pianeta e con esso alle generazioni che verranno.
Azzardo una considerazione che è anche la spiegazione del perché ospitiamo l’inserto di “Avvenire”: fraternità, lotta alle disuguaglianze, rispetto dell’ambiente, un’economia che non guarda al profitto ma al bene comune, non sono forse questi i principi che hanno ispirato i nostri padri fondatori quando hanno promosso la cooperazione?
(Claudio Vanni, direttore dell’Informatore e responsabile Relazioni esterne di Unicoop Firenze)