L’attrice Monica Guerritore, in scena fino a pochi giorni fa al Teatro della Pergola di Firenze con “L’anima buona di Sezuan” di Bertolt Brecht, ci racconta in questa intervista come il teatro può essere utile per mantenere viva la Memoria.
“I racconti sono sempre utili, sia di chi li ha vissuti, sia di chi ripete le parole di chi li ha vissuti, le immagini… tutto quello che riporta al cuore questa tragedia terribile fatta di essere umani singoli che hanno sofferto l’indicibile. Non posso non pensare alla piccola Anna Frank, alla sorella, alla loro morte. Uno delle cose più belle che ho interpretato è stato “I clandestini del mare” di Ada Sereni. Ada Sereni è stata una donna che ha portato 25mila ebrei appena usciti dai campi di sterminio in Palestina. Ho vissuto interpretandola alcuni momenti terribili, tra cui la lettura del libro dei morti, che segnava le morti dei campi di sterminio.
Uno di questi libri dei morti che io dovevo proprio leggere, citava anche gli anni, anche se erano citati in tedesco, ma si capivano benissimo…2 Jahre, 3 Jahre, 1 Jahr.
Lo spettacolo che sto portando in scena in questi giorni al Teatro della Pergola di Firenze, “L’anima buona di Sezuan”, è stato scritto da Bertolt Brecht nel momento peggiore. Lui scriveva per contrastare la propaganda del regime nazista. Scriveva favole, i suoi spettacoli sono molto semplici, perché andava nelle fabbriche e chiamava i testi e i racconti che faceva agli operai “l’arte dell’osservazione”. Bisogna osservare per sfuggire alla propaganda.
Il teatro osserva al microscopio quello che succede quando arriva la dittatura”.
(La versione integrale dell’intervista prossimamente sull’Informatore online)