Leggo nei vostri volantini che garantite il prezzo più basso nel rispetto del lavoro, dell’ambiente e della qualità, ma proprio non capisco l’aumento, in pochi mesi, della pasta: da 38 a 45 centesimi nel formato da 500 g, da 72 a 89 centesimi nel formato da 1 kg. La pasta l’alimentazione principale dei pensionati e delle persone a basso reddito. Le persone che vanno maggiormente tutelate. Non penso sia causato dall’aumento delle materie prime, basta guardare la concorrenza. C’è chi ha addirittura diminuito il prezzo.
(Massimo M.)
Ci spiace contraddire il socio ma ultimamente ci sono stati aumenti vertiginosi delle materie prime, tra cui la semola di grano duro, già dalla primavera scorsa, oltre a quelli più recenti su energia elettrica, gas, trasporti che hanno sommato criticità a criticità. Nonostante la cooperativa sia riuscita a procrastinare quanto più possibile quel momento, nostro malgrado abbiamo dovuto rivedere il prezzo del nostro prodotto con almeno nove mesi di ritardo rispetto all’aumento praticato sul listino e del quale ci siamo assunti il costo per lungo tempo, proprio per cercare di minimizzare gli effetti.
La concorrenza già da alcuni mesi ha fatto altrettanto, alzando i prezzi, discount in primis (che vendono il prodotto da 500grammi a 0,59 euro), salvo una catena che, per sua stessa ammissione, riuscita a non aumentare il prezzo grazie a scorte di prodotto molto alte. I consumi della pasta sono calati negli ultimi anni e l’incidenza del suo costo nel portafoglio complessivo delle famiglie mediamente ridotta rispetto al passato. Quello che possiamo dire che ci impegniamo a rimodulare verso il basso il prezzo non appena i costi delle materie prime e dell’energia torneranno a livelli accettabili, ma certamente non sarà una dinamica immediata. Nel frattempo abbiamo già allo studio delle iniziative che consentiranno di far risparmiare i nostri soci su tanti altri prodotti e sulla loro spesa complessiva.