Filone da un chilo cercasi

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Scrivo perché già da qualche settimana non trovo più il famoso e storico filone toscano dal costo veramente politico di 1 euro al chilo. Ne ero veramente un estimatore, per la qualità eccezionale. Si poteva scegliere dal più cotto a quello meno, e se non si fosse consumato tutto nello stesso giorno, si sarebbe potuto usufruirne per due o tre giorni. Adesso è presente un altri tipo, di circa 500 g, che riporta la dicitura “il più conveniente”. Premesso che per avere la stessa quantità bisogna acquistarne ben due e spendere il doppio e qualcosa in più, tutte le altre tipologie presenti hanno prezzi inavvicinabili, per la categoria pane. C’è stata una strategia commerciale di rialzo prezzi? Apporre dei cartelli con il cambiamento, avrebbe fatto piacere.

(Massimo I.)

La lettera del socio ci permette di affrontare il tema del costo del pane, che ha suscitato qualche perplessità nei soci più affezionati al classico filone toscano. Il prezzo di un euro al chilo era stato deciso per offrire a prezzo accessibile a tutti un prodotto di base nell’alimentazione. Negli ultimi mesi abbiamo registrato aumenti del 30% e oltre dei prezzi di acquisto delle materie prime, fra le quali, in primis, la farina. Tali aumenti non permettono di mantenere il prezzo di un euro. Abbiamo inoltre notato che il pane da un chilo è sempre meno acquistato dalle famiglie: infatti il consumo pro capite di pane è sceso negli ultimi anni e continua tuttora a diminuire. Abbiamo rilevato nel tempo che, per la sua estrema convenienza, il prodotto veniva acquistato massicciamente per ulteriori attività commerciali, mentre gli scaffali venivano sguarniti per l’acquisto delle famiglie. Per tutti questi motivi abbiamo sostituito il prodotto da un chilo con quello da 500 grammi, per contenere la spesa sotto l’euro a pezzo (1,79 euro al chilo) e permette ad ancora più persone di acquistare comunque pane a basso costo e senza sprechi.

Al signor Massimo la risposta à risultata gradita e infatti ha scritto nuovamente: «Rispetto e condivido la decisione di Unicoop Firenze perché il commercio non è una cosa semplice, anzi è da definirsi come una scienza, al cospetto dei tempi odierni che non sono facili da interpretare né da gestire».

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