Nel mese di aprile mia suocera, anche lei socia Coop, compirà 100 anni. Si chiama Serafina Leotta, la sua è una storia particolare, anche se certamente non unica. Nata ad Acireale, in provincia di Catania, l’11 aprile del 1920, visse lì il periodo della guerra, ospitando nella sua casa alcuni soldati dell’esercito americano quando sbarcarono in Sicilia. Fu l’incontro con il futuro marito a portarla a Firenze. Lazzaro Azzolini era nato a Patrasso, in Grecia, ed era parente di Vittorio Azzolini, governatore della Banca d’Italia durante la Seconda Guerra mondiale. Nonostante la parentela, la sua non fu una vita facile. Faceva parte, infatti, della comunità italiana emigrata in Grecia dalla Puglia per cercare lavoro. Quando scoppiò il conflitto, fu arruolato nell’esercito italiano, ma dopo l’Armistizio i tedeschi lo deportarono in un campo di concentramento, dove trascorse 3 anni prima di essere liberato dagli inglesi, e spedito come profugo in Italia. È in quella situazione che conobbe Serafina. Dopo il matrimonio, nel febbraio del 1949 si trasferirono a Firenze, con tutta la numerosa famiglia, nel centro profughi allestito in via della Scala. Per quasi 5 anni hanno vissuto lì, riparati solo da muri fatti di coperte appese a corde, e in quella situazione disagiata Serafina ha dato alla luce il primo figlio. In seguito, fu loro assegnato un alloggio in via Magellano, allora detta via di Caciolle, in quello che sarà il quartiere greco, dove molti vivevano di espedienti, non ultimo il contrabbando.
Sono storie di altri tempi che è utile ricordare e mi piacerebbe che l’Informatore potesse trovare uno spazio per farla conoscere ai soci più giovani e per non dimenticare da dove veniamo.
(Luisa M.)
Ringraziamo Luisa di averci scritto e volentieri pubblichiamo la sua lettera. Facciamo a Serafina i più sentiti auguri da parte della nostra redazione e siamo certi che anche i lettori dell’Informatore, in questo momento di grande incertezza, avranno piacere di condividere un po’ di gioia e di ricordare che le difficoltà, anche quelle gravissime vissute da Serafina, possono essere superate e, anzi, ci rafforzano per il futuro.