Le intolleranze e le allergie alimentari sono due condizioni molto diverse, spesso confuse tra loro ma in realtà distinte, sia per caratteristiche che per manifestazioni cliniche. Prendendo come riferimento il caso del latte, ne abbiamo parlato con Francesco Catamerò, pediatra in formazione specialistica dell’Allergologia dell’Aou Meyer Irccss.
Quali differenze tra intolleranza e allergia?
Prendiamo il latte. L’intolleranza al lattosio e l’allergia alle proteine del latte vaccino, per esempio, hanno come alimento “incriminato”, in entrambi i casi, il latte. Tuttavia, devono essere riconosciute e distinte attentamente in quanto l’intolleranza al lattosio si manifesta soltanto con lievi disturbi intestinali dovuti alla mancata digestione del lattosio, mentre l’allergia al latte è una reazione immunologica nei confronti delle proteine del latte vaccino, come la caseina, e può causare manifestazioni gravi con disturbi che possono coinvolgere non solo il sistema gastrointestinale, ma anche quello respiratorio e cutaneo.
Cosa accade nei bambini intolleranti al latte?
L’intolleranza al lattosio si sviluppa in quei soggetti che hanno un deficit di lattasi: chi manca di questo enzima non riesce a digerire il lattosio, lo zucchero contenuto nel latte, e questo provoca disturbi gastrointestinali – soprattutto dolore addominale e diarrea – dopo aver consumato alimenti che lo contengono.
L’intolleranza al lattosio può variare da persona a persona e ne esistono diverse forme. La più rara è una forma congenita (perciò presente alla nascita) in individui che nascono senza la possibilità di produrre l’enzima lattasi.
La seconda, detta “intolleranza primaria”, compare quando i livelli di lattasi diminuiscono naturalmente, di solito dopo i 3 anni d’età. In alcuni casi si può avere una terza forma di intolleranza secondaria, che però è temporanea e può verificarsi quando la mucosa intestinale è danneggiata, in seguito, per esempio, a una gastroenterite grave o in caso di celiachia.
Cosa accade con l’allergia al latte?
L’allergia alle proteine del latte, invece, è una condizione in cui il sistema immunitario riconosce le proteine del latte come qualcosa di esogeno e pertanto attiva una reazione (mediata da immunoglobuline di classe E, chiamati anticorpi IgE) che può causare sintomi sistemici fino all’anafilassi.
Oltre alle diverse manifestazioni cliniche, ciò che permette di differenziare l’intolleranza al lattosio e l’allergia alle proteine del latte vaccino sono anche i test diagnostici. Il breath test al lattosio permette di misurare i livelli dell’enzima e perciò di fare diagnosi di intolleranza, mentre i prick test o il dosaggio delle IgE sieriche specifiche diagnosticano l’allergia alle proteine del latte vaccino.
Quale dieta seguire?
Chi è intollerante al lattosio può comunque consumare le proteine del latte, ma deve ridurre o eliminare il lattosio dalla dieta. Tuttavia, evitare completamente il lattosio nei neonati può influenzare lo sviluppo di una flora intestinale sana e alterare il metabolismo.
Per questo, una dieta senza lattosio deve essere consigliata solo dopo una diagnosi certa di intolleranza. Chi invece ha una allergia alle proteine del latte vaccino deve essere seguito da un allergologo per decidere come e se reintrodurre questo allergene nella dieta.
Il livello di attenzione richiesto in questa seconda condizione deve essere molto più alto, perché anche piccolissime quantità, addirittura tracce dell’alimento, possono purtroppo provocare reazioni anche potenzialmente fatali.