Intervista a Nicola Lagioia, scrittore e direttore del Salone internazionale del libro di Torino

Scrittore e conduttore radiofonico, dal 2017 è anche direttore di una delle più importanti fiere editoriali italiane

Bibliocoop
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Bibliocoop è una comunità di lettori nata nel 2010 da un progetto di Unicoop Firenze in collaborazione con la Regione Toscana per favorire l'accesso al libro e alla lettura.

Inizia con l’intervista in esclusiva a uno dei massimi esponenti del panorama dei libri in Italia l’avventura di Gutenberg, il nuovo blog dell’Informatore realizzato in collaborazione con il progetto Bibliocoop di Unicoop Firenze.

Un appuntamento settimanale per scoprire l’intero mondo del libro raccontato dai suoi protagonisti: autori, editori, librerie e lettori. In più ti racconteremo il dietro le quinte dei principali eventi culturali italiani dedicati alla lettura.

Un prodotto editoriale che si pone l’obiettivo di rinnovare lo sguardo sul mondo dei libri, rendendolo ancora più accessibile a tutti, in coerenza con il progetto Bibliocoop e con quello che avvenne proprio grazie all’invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg.

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I libri sono stati particolarmente presenti durante le settimane di isolamento totale a causa del Covid: libri letti o riletti nelle giornate in cui altre attività erano precluse, libri per viaggiare con la mente dato che non era possibile farlo con il corpo, libri nello sfondo delle dirette tv e web che ci hanno fatto entrare nelle case di virologi, giornalisti, artisti. Che ruolo avrà il libro nel modo in cui affronteremo “il dopo”?

Lo abbiamo chiesto a Nicola Lagioia: scrittore (autore, tra gli altri, del romanzo La ferocia, premio Strega 2014) e conduttore radiofonico, Lagioia è stato editor della casa editrice Minimum Fax e selezionatore dei film in concorso per la Mostra del Cinema di Venezia. Dirige il Salone di Torino dall’edizione del 2017.

Cosa significa per te dirigere il principale Salone italiano del libro? Come gestisci questo ruolo in relazione alla tua attività di scrittore?

Il Salone Internazionale del Libro di Torino è una cosa seria. Si tratta infatti di una fiera editoriale che prevede, oltre a un calendario “da festival” che comprende, nei cinque giorni della manifestazione, 1200 appuntamenti negli spazi fieristici del Lingotto e circa 500 appuntamenti in città (Salone Off), la partecipazione di oltre mille espositori, editori provenienti da tutta Italia.

La parola d’ordine è “bibliodiversità” che fa rima con “biodiversità”: nello stesso programma convivono le proposte di case editrici piccolissime, magari appena nate, e gli incontri con premi nobel per la letteratura. Al tempo stesso, è un momento di incontro per i più vari professionisti della filiera del libro, dal Ministro dei Beni culturali agli aspiranti stagisti.

Ma il Salone è anche una potente macchina economica, è la dimostrazione pratica che 1 euro investito in cultura ne produce 7 in termini di ricaduta sul territorio: a Torino in quei giorni arrivano più di 150mila persone. Dietro a tutto questo c’è il lavoro di una grande squadra, che ho potuto mettere insieme proprio grazie alla mia esperienza di scrittore e alle relazioni costruite in 15 anni di lavoro nel mondo editoriale e culturale.

Nell’impossibilità di svolgersi dal vivo, il Salone del Libro si è spostato online: SalTo Extra a SalTo Notte, quali sono le caratteristiche di questi due eventi? Il web può dare qualcosa in più a questo tipo di contenuto?

Paradossalmente sono due eventi che non sarebbero stati possibili se non ci fosse stata una pandemia mondiale! Da molto tempo volevamo potenziare l’offerta online, ma l’organizzazione del Salone ci assorbiva completamente e non ne avevamo mai avuto il tempo né la struttura.

Queste esperienze, anche se organizzate in poco tempo, hanno avuto una grande risposta e ci hanno permesso di raggiungere un pubblico molto più vasto e diverso da quello abituale: quasi un milione di persone ha seguito SalTo Extra, che è stato un grande festival virtuale.

Il web ci ha permesso, oltre che di raggiungere nuovi pubblici, di coinvolgere ospiti importanti, che non eravamo mai riusciti ad avere fisicamente in fiera. Credo però che ancora non siamo arrivati a un uso ottimale di Internet per la cultura: così come quando nacque la radio ci vollero anni per arrivare a elaborare lo strumento del palinsesto per sfruttare a pieno questo nuovo mezzo, così per il web oggi siamo ancora in una fase di sperimentazione e ci piacerebbe dare il nostro contributo a questa ricerca. D’altro canto, questi eventi virtuali non possono in nessun caso sostituire quella che è l’esperienza dal vivo al Salone.

Salto Notte tocca molte città italiane: come sono state scelte? Quali vorresti toccare in futuro? Tra queste c’è anche la tua città, Bari?

Torino, Napoli, Roma, Milano. Un piccolo giro d’Italia che abbiamo intrapreso sull’onda del successo di SalTo Extra e che ci accompagnerà nell’estate ma non credo che proseguirà perché ci dovremo concentrare sul Salone 2021!

Il tuo percorso di crescita culturale da ragazzo. Miti e bussole letterarie, artistiche, musicali, cinematografiche. E oggi? Quali sono i generi letterari che segui con maggior interesse?

Come tutti ho i miei maestri e i miei punti di riferimento, ma in realtà sono molto grato anche al lato “organizzativo” e pratico del mio lavoro: un ruolo di responsabilità che mi ha insegnato a mediare, a trasformare la mia attività culturale da teorica a pratica, a dare conto dei risultati che raggiungo.

Ti suonano a casa e invece della posta ti vengono consegnati tre libri. Quali sono quelli che vorresti ti ricapitassero in questo momento?

Di libri ne ricevo anche troppi, ogni giorno, da autori ed editori che me li sottopongono. In realtà quello che vorrei davvero, quando squilla il citofono, è ricevere tre libri che ho ordinato io: non su Amazon, ma in una libreria indipendente della mia città. Mettendosi insieme, le librerie indipendenti avrebbero un catalogo ampio come quello di Amazon e potrebbero consegnare in città in 24 ore.

I libri che preferisco in questo momento parlano delle ultime teorie sull’evoluzione della vita. Per esempio sto leggendo Estinzione di Thomas Bernhard (edito da Adelphi, ndr), mi ritrovo nella sua prosa geometrica e musicale e sono felice. Si è felici mentre si legge e si è più intelligenti mentre si legge. Quando chiudiamo il libro, torniamo quelli di sempre.

Dopo il virus. Quali novità potremo aspettarci al Salone del Libro 2021?

Il virus è una tragedia, ma è anche un’occasione per rimettere in discussione molte cose. Non è un fantasma del passato, ma è un ambasciatore del futuro: è il risultato dei cambiamenti causati dal nostro modo di sfruttare il pianeta.

Spero che le grandi manifestazioni culturali come il Salone del Libro diano voce agli scienziati che ci mettono in guardia sui rischi legati al cambiamento climatico, per evitare che si trasformino in cassandre, così come è accaduto con il Covid.

Questo è quello che ci auguriamo, ma molto dipende anche dallo spazio di manovra che ci sarà dato dalle istituzioni e dai “decreti” con cui ormai siamo abituati a fare i conti. In questo momento per esempio, mi domando: perché le discoteche sono piene e le biblioteche sono vuote?

Ha collaborato all’articolo Mira!

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