Il Museo del Tessuto di Prato riapre le sue porte il 19 maggio con la possibilità di visitare la mostra dedicata al pluripremiato costumista cinematografico Massimo Cantini Parrini. La mostra presenta il suo ultimo straordinario lavoro: oltre 30 costumi realizzati per il film “Pinocchio” di Matteo Garrone, interpretato da un cast di assoluta eccezione, con Roberto Benigni nei panni di Geppetto, Gigi Proietti di Mangiafuoco, Rocco Papaleo e Massimo Ceccherini in quelli del Gatto e la Volpe.
La riapertura avviene a ridosso della consegna di un importante premio, il David di Donatello, al miglior costumista Massimo Cantini Parrini proprio per il suo lavoro per il film di Garrone. La pellicola ha ottenuto ben cinque statuette tra cui quella per i costumi esposti al Museo del Tessuto.
Dei costumi in mostra, 25 sono stati realizzati dalla Sartoria Tirelli, 5 dalla Sartoria Costumi d’Arte Peruzzi, 2 da Cospazio 26, mentre le parrucche da Rocchetti e Rocchetti.
“Siamo pronti per ripartire adottando tutte le misure di sicurezza per assicurare la salute dei visitatori, come previsto dal Decreto del Governo”, da detto Francesco Marini Presidente della Fondazione Museo del Tessuto. – “In questo periodo abbiamo continuato ad essere in contatto con il nostro pubblico attraverso iniziative promosse sui canali social e il web. Il consenso riscontrato da parte di tanti ragazzi ci ha fatto decidere di prolungare la Mostra fino al 25 ottobre per permettere di soddisfare le tante richieste pervenute”.
Chi è Massimo Cantini Parrini
Massimo Cantini Parrini è nato e si è formato a Firenze: dall’Istituto Statale d’Arte di Porta Romana, al Polimoda, fino alla laurea in cultura e stilismo della moda all’Università di Firenze.
Nel corso degli studi accademici vince il concorso al Centro Sperimentale di Cinematografia a Roma, diventando allievo nel corso di costume del premio Oscar Piero Tosi. In questo maestro assoluto Massimo Cantini Parrini troverà la guida della sua carriera, poiché, oltre all’amore e alla passione condivisa per l’arte del costumista, egli diverrà per il giovane allievo un esempio di dedizione e di vita. La stima accordatagli da Tosi lo porta già giovanissimo ad essere oggetto d’interesse per vari ambienti lavorativi, così è entrato nella sartoria Tirelli come assistente costumista, ed è con questa qualifica che ha esordito nel cinema accanto alla costumista, anche lei premio Oscar, Gabriella Pescucci, che lo chiama a collaborare per oltre dieci anni per grandi produzioni cinematografiche internazionali, teatro lirico e varie manifestazioni.
Affianca alla sua professione di costumista una straordinaria passione per gli abiti d’epoca, che colleziona fin dall’età di tredici anni. Ad oggi la sua raccolta vanta più di 4.000 pezzi, che spaziano dal 1630 al 1990, tutti originali e di creatori e stilisti iconici, dai quali spesso trae spunto ed ispirazione per realizzare i suoi costumi.
È l’unico costumista italiano ad aver vinto dalla prima nomination tre David di Donatello consecutivi (2016-2018), al quale si aggiunge quello di quest’anno, oltre ad altri numerosi premi e riconoscimenti, tra i quali spiccano Nastri d’Argento, Ciak d’oro e premiazioni in importanti festival cinematografici e l’EFA (European Film Award), l’Oscar europeo per il costume per “Dogman” nel 2018.
In curriculum ha più di 50 produzioni da costumista, molte delle quali per registi di fama internazionale, come “The Wholly Family” di Terry Gilliam (2011), “Che strano chiamarsi Federico” di Ettore Scola (2013), “Walesa – L’uomo della speranza” di Andrzej Wajda (2013), “11 Settembre 1683” di Renzo Martinelli (2013), “La trattativa” di Sabina Guzzanti (2014), “Indivisibili” di Edoardo De Angelis (2016), “Riccardo va all’inferno” di Roberta Torre (2017), “Ella & John” di Paolo Virzì (2017), “La terra dell’abbastanza” dei Fratelli D’Innocenzo (2018), “Ophelia” di Claire McCarty (2018).
Tra le sue esperienze professionali, emerge significativamente il sodalizio stabilito con Matteo Garrone, che – prima di “Pinocchio” – lo ha chiamato per realizzare i costumi dei film “Il racconto dei Racconti” (2015) e “Dogman” (2018).
La mostra
Il percorso della mostra è articolato in due sezioni: la prima dedicata al costumista, alle sue fonti d’ispirazione ed al suo lavoro creativo attraverso video, campionature di tessuti, capi d’abbigliamento storici del XVIII e XIX secolo provenienti dalla sua straordinaria collezione personale, utilizzati come fonti di ispirazione diretta per la creazione degli abiti del film.
La seconda prevede invece l’esposizione di oltre trenta costumi dei principali personaggi del film, accompagnati da immagini tratte dal film stesso e da alcuni, simbolici oggetti di scena.
Modalità di accesso al Museo
In occasione della riapertura tutti i musei della rete Pratomusei, incluso il Museo del Tessuto, offrono l’ingresso gratuito ai propri visitatori fino al 2 giugno compreso. Un incentivo per riprendere l’abitudine a visitare i luoghi della cultura di persona, sempre nel rispetto delle misure di sicurezza.
Nuovi orari in occasione della riapertura dei Musei dopo le chiusure a causa del propagarsi del virus Covid 19.
Dal 19 maggio al 2 giugno 2020 inclusi:
- martedì, mercoledì e giovedì ore 16-20
- venerdì, sabato e domenica ore 10-20
Ingresso gratuito fino al 2 giugno incluso.