La storia del celebre manager di Panariello, Conti e Pieraccioni

La grande comicità toscana è forse riassunta in una persona: Ferdinando Capecchi, manager di alcuni tra i più importanti comici toscani

Nella suo libro il manager racconta un pezzo di storia della comicità toscana e di spettacolo italiano

«Robertaaa! Saluta tutti» dietro questo tormentone che ha reso popolare Nando l’impresario, uno dei personaggi di successo creati da Giorgio Panariello, c’è Fernando Capecchi, il vero impresario storico dello stesso comico e involontaria fonte ispiratrice della divertente parodia.

«Ricordo che Giorgio, diversamente dal solito, insistette tanto perché io assistessi alle prove di un nuovo spettacolo da portare nelle piazze – racconta Capecchi -. In quello spettacolo avrebbe debuttato questo suo nuovo personaggio che era la parodia del sottoscritto. Giorgio voleva sì uno spassionato parere ma anche, e soprattutto, il mio permesso a farglielo fare. Io compresi immediatamente che quello era un gesto d’affetto perché quando si imita una persona significa che le si vuol bene».

Questo e tanti altri aneddoti e ricordi rivivono nel libro autobiografico Saluta tutti, scritto a quattro mani con il giornalista Enrico Salvadori ed edito da RaiEri, che ripercorre oltre 40 anni di una straordinaria carriera fatta di grandi successi. Perché Capecchi, con la sua agenzia Vegastar, è stato il manager di tanti personaggi di primissima grandezza come Carlo Conti, Leonardo Pieraccioni e Zucchero Fornaciari.

Una grande avventura nata proprio in Toscana, in un paesino a un pugno di minuti da Pistoia, Ramini, dove la sua famiglia ha abitato per oltre ottocento anni. «Sono figlio di contadini – ci racconta con fierezza Capecchi -: i miei erano mezzadri. Che a casa mia si dovesse badare al sodo, mi è stato chiaro fin da ragazzino».

Le orchestre emiliane in Toscana

Il giovane Fernando studia, dà una mano ai genitori occupandosi di piante e frutta, ma quando si decide di costruire una pista da ballo alla locale Casa del popolo, ha un’intuizione: perché non chiamare a suonare le orchestre emiliane che in Toscana erano una novità?

«Riuscii ad avere gli indirizzi e ne contattai molte direttamente, non ottenendo però nessuna risposta. Poi un giorno, mentre stavo preparando un esame universitario che serviva principalmente a rimandare il militare, vedo arrivare nell’aia davanti a casa mia una scintillante Alfa Romeo Giulia. Era l’impresario di questi gruppi. Fu una folgorazione: dopo la chiacchierata che facemmo, diventai il suo rappresentate per la Toscana. Misi da parte i libri e, in sella alla mia Vespa 125, cominciai a battere a tappeto tutte le Case del popolo, i ritrovi e circoli della Toscana».

Talent scout di successo

E proprio questi palchi sono stati la sana palestra per quella nidiata di comici e intrattenitori che col tempo Capecchi si è trovato a gestire.
«Nel 1985 vidi salire sul palcoscenico di Bussoladomani, con il compito di animare dei piccoli interventi comici che intervallavano una scaletta in gran parte musicale, un giovane imitatore versiliese: era Giorgio Panariello. I suoi personaggi erano Mike Bongiorno, Corrado, Pippo Baudo. Rimasi sbalordito dalla sua bravura e dal feeling che sapeva instaurare col pubblico. Gli proposi un ingaggio maggiore di quello che percepiva e lo strappai al suo manager».

Carlo Conti, invece, fu scoperto in un locale del Poggetto, a Firenze, dove come dj animava la discoteca la domenica pomeriggio.
«In quel locale fornivo le orchestre per gli appuntamenti del sabato sera. Di lui mi parlò il direttore, ma io rimasi subito colpito dai caratteri grafici del tutto simili a quelli della Coca Cola utilizzati per scrivere il suo nome sul manifesto. “Ecco un ragazzo che ha delle idee!”, pensai subito».

E proprio quel ragazzo, qualche tempo dopo, portò in agenzia un suo giovane amico poco più che ventenne, che aveva smesso di studiare e faceva il magazziniere a Firenze: Leonardo Pieraccioni. Anche in questo caso fu amore a prima vista.
Sagre, circoli, feste di piazza e di partito, e la carriera dei tre si fortifica di giorno in giorno. Poi la fortunata esperienza maturata in alcune emittenti locali con programmi come Succo d’arancia, Vernice Fresca, Aria Fresca che diventano veri e propri cult. È l’anticamera dei grandi successi Rai, teatrali e cinematografici. E adesso?

«È cambiato il modo di strutturare una carriera. Purtroppo quei piccoli palcoscenici semi-improvvisati non ci sono più; quel contatto diretto con il pubblico da conquistare in ogni piazza è venuto meno. Adesso un personaggio nasce direttamente in un talent, senza aver fatto la gavetta. Non fa in tempo a procurarsi gli anticorpi per poter gestire il successo e nel giro di una stagione arriva un nuovo personaggio che prende il suo posto».

Ma quando i personaggi valgono, durano nel tempo, come dimostra il travolgente successo della reunion di Conti-Panariello-Pieraccioni. Lo spettacolo, fatto in buona parte anche di vecchi cavalli di battaglia, è costellato da una serie di “tutto esaurito” che accompagna ogni replica, come avviene in questi giorni al Teatro Verdi di Firenze.

Lunedì 14 gennaio, alle ore 15.30, al Centro*Sesto, presentazione del libro “Saluta tutti”, con la partecipazione straordinaria di Giorgio Panariello.
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