Potrebbero essere definiti “Re dell’estate”, tanto sono diffusi, conosciuti e amati. I profumati gerani (loro denominazione comune, ma non corretta) sono piante generose, dalla fioritura abbondante e di facilissima coltivazione: l’ideale per decorare balconi e giardini senza grande sforzo e con una spesa contenuta. Sono originari soprattutto del Sud Africa, dove vivono circa duecentocinquanta specie diverse, per lo più nella zona di Città del Capo. Giunsero in Europa all’inizio del XVII secolo e si diffusero poi in tutto il mondo.
Il vero nome di queste piante rustiche, che amano il caldo e il sole, è pelargoni; un malinteso “botanico” ha generato la confusione sul termine esatto. Infatti, alla famiglia delle Geraniacee appartengono anche i veri gerani, piante in realtà poco conosciute, scarsamente commercializzate nei vivai e con caratteristiche completamente diverse.
La fioritura dei pelargoni inizia a primavera e si protrae fino all’arrivo dei primi freddi. Il terreno per coltivarli deve essere acidofilo e ben drenante, per cui occorre aggiungere sabbia di fiume, ghiaino o breccia al substrato, evitando argilla espansa, in questo caso non idonea. Si porranno i vasi al sole, dando poca acqua, anche in estate, e concimando con stallatico (il miglior nutrimento in assoluto per i pelargoni) al momento del rinvaso; per mantenerli in salute sarà poi sufficiente ripetere l’operazione in autunno e primavera – stagione questa in cui si smuoverà anche il terreno, prima di concimare.
Consiglio più: lo stallatico è il concime migliore
Per farli durare
Buona norma è rimuovere sia le foglie sia i fiori appassiti e anche eseguire una leggera cimatura per sfoltire un eventuale sovrannumero di boccioli: ciò è utile per evitare di sottoporre la pianta a un eccessivo sforzo. Essendo specie originarie di zone calde, per farle sopravvivere sarà necessario ripararle in inverno. Se le nostre cure sono adeguate, e se la posizione scelta è particolarmente favorevole, i pelargoni possono raggiungere dimensioni notevoli e vivere a lungo. Facilissima inoltre la riproduzione per talea che ci permette, volendo, di avere altri esemplari a costo zero.
Una delle caratteristiche più interessanti dei pelargoni è la loro capacità di tenere lontani gli insetti. Gli oli essenziali, presenti nelle foglie, sono molto sgraditi alle zanzare e non solo. Basta una lieve brezza o un tocco leggero per far sì che questo profumo si diffonda nell’aria circostante. Alcune specie, come il famoso Pelargonium graveolens,sono intensamente profumate e quindi ancor più efficaci.
Il profumo si sprigiona maggiormente all’alba e al tramonto.
In cucina e per la pelle
Ma un pelargone può divenire anche un alleato in cucina: le foglie e i fiori delle specie più profumate sono infatti commestibili e i loro preziosi oli essenziali possono donare un aroma insolito a pietanze a base di carne, alle insalate o ai dessert. Nel caso fossimo interessati a questo tipo di utilizzo, è necessario procurarsi esemplari coltivati con metodo biologico.
I pelargoni possiedono anche proprietà medicinali: lenitive, rinfrescanti, rigeneranti, detergenti, calmanti. S’impiegano le sommità fiorite del Pelargonium graveolens per ottenere l’idrolato, una soluzione a base di acqua, dal fresco profumo erbaceo e fiorito. Si usa come tonico per il viso: è riequilibrante per la pelle grassa e impura ma, poiché possiede proprietà idratanti, aiuta anche la pelle secca. Adatto dopo la rasatura, così come per rimuovere il trucco o per rinfrescare la pelle del corpo in estate, si usa in aromaterapia per aiutare a contenere gli stati ansiosi e lo stress eccessivo. In questo caso, si può anche vaporizzare negli ambienti o assumerne alcune gocce sotto la lingua. L’olio essenziale invece si ricava da foglie, fiori e peduncoli e trova impiego nei massaggi, gargarismi e impacchi. Va sempre diluito, come ogni olio essenziale, in un olio vettore, ed è ottimo anche come cicatrizzante.
L’olio essenziale è utile per la guarigione di tagli, piccole piaghe e scottature solari.