«Quanto con dotta mano alla scultura già fecer molti, or sol Donato ha fatto: renduto ha vita a’ marmi, affetto et atto: che più, se non parlar, può dar natura?». È l’immagine che Giorgio Vasari ci restituisce, nelle sue Vite de’ più eccellenti pittori, scultori, e architettori, dell’arte scultorea di Donato di Niccolò di Betto, detto Donatello, cui i fiorentini Palazzo Strozzi e Museo Nazionale del Bargello dedicano “Donatello, il Rinascimento”.
Fino al 31 luglio, la mostra è un viaggio attraverso la vita e la fortuna del grande artista, nato a Firenze nel 1386, articolata in quattordici sezioni e circa 130 opere fra sculture, dipinti e disegni con prestiti unici, alcuni dei quali mai concessi prima, provenienti da quasi sessanta fra i più importanti musei e istituzioni al mondo.
Un artista rivoluzionario nei materiali, Donatello – che per le sue opere ha adoperato il marmo e la pietra, il bronzo e la terracotta, ma anche legno, stucco, rame sbalzato, cartapesta e paste vitree e ceramiche, spesso in opere polimateriche – così come nelle tecniche. Basti pensare al cosiddetto “schiacciato” o “stiacciato”, tecnica che prevede di scalare le figure con variazioni di pochi millimetri, così da suggerire un’illusione di profondità prospettica: esempi in mostra sono il Convito di Erode, formella in bronzo dorato del Fonte battesimale del Battistero di San Giovanni di Siena (esposto a Palazzo Strozzi per la prima volta fuori dal suo contesto originario), e il bassorilievo San Giorgio libera la principessa della base del San Giorgio (al Bargello).
Un artista monumentale
La mostra è «un progetto epocale – dice il direttore generale della Fondazione Palazzo Strozzi, Arturo Galansino -. Insieme a Paola D’Agostino, direttore dei Musei del Bargello, e a Francesco Caglioti, curatore della mostra, abbiamo lavorato per creare quella che poteva sembrare una “mostra impossibile”: la più completa ed esaustiva rassegna su Donatello mai realizzata, un’impresa unica e ambiziosa».
Sono infatti diversi i piani, culturali come territoriali, attraversati da questa esposizione. Come sottolinea Caglioti, «Donatello, forse il più audace scultore di ogni tempo, è un artista con una fortissima vocazione monumentale, anche quando lavora nei piccoli formati. Ogni volta che una sua opera veniva collocata in uno spazio, pubblico o privato che fosse, attivava effetti sconvolgenti nei suoi contemporanei».
Basti pensare al David bronzeo – il primo nudo in una statua a tutto tondo dopo l’antichità: un’altra rivoluzione di Donatello -, la celebre statua voluta da Cosimo il Vecchio, che le cronache ricordano per la prima volta al centro del cortile di Palazzo Medici nel 1469, in occasione delle nozze di Lorenzo il Magnifico con Clarice Orsini, e che dopo diverse altre collocazioni – dai cortili e dalle nicchie di Palazzo Vecchio a Palazzo Pitti – si trova ora al Bargello.
Non solo Firenze
Una mostra di ampio respiro anche dal punto di vista della dimensione territoriale. Non solo perché Donatello ha lavorato in molte altre città – e l’esposizione mette in dialogo alcune di quelle opere con altre di alcuni suoi seguaci, come Mantegna e Bellini, concludendo poi con una sezione speciale dedicata all’influenza di Donatello sugli artisti a lui successivi, tra cui Raffaello, Michelangelo («O lo spirito di Donato opera nel Buonarroto, o quello di Buonarroto antecipò di operare in Donato», scrive ancora Vasari) e Bronzino. Ma anche perché “Donatello, il Rinascimento” è organizzata in collaborazione con gli Staatliche Museen di Berlino e il Victoria and Albert Museum di Londra, che terranno le proprie mostre sull’artista rispettivamente a settembre di quest’anno e nella primavera del prossimo: quelle di Firenze, Berlino e Londra saranno tre mostre distinte ma complementari, che riuniranno opere mai esposte prima insieme, offrendo così ai visitatori una visione unica del genio di Donatello.
E infine perché la mostra si apre, letteralmente, al resto della regione attraverso “Donatello in Toscana”, un progetto che mira alla valorizzazione del patrimonio artistico del territorio nei luoghi che ospitano opere dell’artista o a lui ricollegabili. Grazie infatti alla collaborazione con le più importanti istituzioni culturali, viene proposto un itinerario fra i luoghi di Donatello attraverso una speciale pubblicazione e una mappa tematica fisica e digitale.
Così da Firenze si fa tappa, fra gli altri, alla Cattedrale di Siena, al Palazzo Pretorio di Prato, al Museo di San Matteo a Pisa, alla Chiesa delle Sante Flora e Lucilla a Torrita di Siena.
Donatello privato
Gli unici scritti di Donatello che ci sono rimasti sono denunce per il catasto, e molto poco si sa della sua vita privata, ad esempio che non si sposò e che i suoi rapporti con i datori di lavoro erano spesso difficili.
Quello che è certo, e che anche Vasari riporta, è il profondo legame con la famiglia Medici e con Cosimo il Vecchio in particolare («E fu tanto l’amore che Cosimo portò alla virtù di Donato, che di continuo lo faceva lavorar; et allo incontro ebbe tanto amore verso Cosimo Donato ch’ad ogni minimo suo cenno indovinava tutto quel che voleva, e di continuo lo ubbidiva»), che lo volle accanto a sé anche dopo la morte.
Donatello infatti «fu sotterrato nella chiesa di San Lorenzo, vicino alla sepoltura di Cosimo, come egli stesso aveva ordinato, a cagione che così gli fusse vicino il corpo già morto, come vivo sempre gli era stato presso con l’animo».
Vantaggi per i soci Unicoop Firenze
Previste poi una serie di iniziative che riguardano solo la sede della mostra a Palazzo Strozzi, con le visite guidate gratuite (dietro il solo pagamento dell’ingresso ridotto più prevendita; ogni mercoledì alle 18 e domenica alle 15, su prenotazione allo 0552645155). Per i soci ingresso in convenzione (12 euro anziché 15 a Palazzo Strozzi, e ingresso ridotto al Bargello presentando il biglietto di Palazzo Strozzi).
Progetto “Pausa d’arte” – Tutti i martedì alle 18, dal 5 aprile. Visite alla mostra della durata di 30 minuti, fino al 26 luglio, condotte dagli studenti del corso di Didattica per i musei dell’Accademia di Belle Arti di Firenze (attività gratuita con il biglietto di ingresso alla mostra a pagamento; speciale biglietto 2×1 per i soci Unicoop Firenze – 15 euro per due biglietti). Senza prenotazione