Come riprodurre le piante per talea

I consigli di Luigi Fabiani, giardiniere dell'Orto botanico di Firenze

La pratica di riprodurre piante con la tecnica della talea è molto diffusa: si tratta di un metodo piuttosto semplice, rapido e dal costo irrisorio; la pianta ottenuta con questo sistema avrà le medesime caratteristiche della pianta madre, tanto da poter essere definita un clone. Sono tantissime le specie ornamentali, aromatiche e da frutto che si prestano a questa tipologia di riproduzione asessuata, utilizzata anche nel vivaismo professionale: rose, pelargoni, eriche, edere, rosmarino, salvia, mirto, e perfino sedano, aloe e sansevieria, solo per citarne alcune. Per ottenere i migliori risultati seguiamo i consigli di Luigi Fabiani, giardiniere dell’Orto Botanico di Firenze.

Regole e attrezzi

La prima regola da seguire è la stagionalità: bisogna attendere il periodo dell’anno adatto alla specie che si vuole riprodurre; secondo fattore decisivo per il successo dell’operazione è il substrato, che necessariamente deve essere leggero, composto da materiali porosi e con buona capacità di assorbimento, come torba, sabbia, agriperlite, corteccia di pino finemente sminuzzata o vermiculite.

Le attrezzature sono di fondamentale importanza perché è con l’uso di coltellini, cesoie o forbici che si preleva la porzione di pianta da far radicare; quindi gli strumenti devono essere ben affilati, per praticare tagli netti, e occorre prima sterilizzarli (con la fiamma di un accendino, ad esempio) per evitare la diffusione di batteri. Il taglio si pratica in obliquo e senza sbavature; gli attrezzi si puliscono subito dopo ciascun taglio praticato.

È utile predisporre sul fondo del vaso – che deve essere pulito, ampio e poco profondo – una “fognatura” composta di ghiaia, argilla espansa o foglie di leccio, per favorire il drenaggio. I vasetti si tengono poi in luogo riparato e luminoso ma non a diretto contatto con il sole; si avrà cura di mantenere sempre umido il terreno.

Esistono vari tipi di talee, adatte a specie diverse: la talea legnosa o semi legnosa, ad esempio, è funzionale per le rose e gli arbusti, quella fogliare o erbacea è adatta ai pelargoni – specie che risponde benissimo alla talea – e quella in acqua, particolarmente semplice e veloce, ci permette di “duplicare” edera e piante grasse. Per queste ultime si consiglia di far asciugare la porzione di pianta prelevata per qualche ora, in modo che la superficie non sia più umida. Ciò faciliterà la nascita di nuove radici.

Tempo di aromatiche

Nella stagione invernale possiamo fare le talee di salvia e rosmarino, piante utilissime in cucina ma anche per preparare infusi curativi. Prima di tutto si predispongono vasetti di 12-15 cm di diametro; per la salvia recidiamo un ramo all’apice della pianta (cioè, nella parte alta) e quindi s’interra delicatamente. Sceglieremo poi un rametto ben sviluppato di rosmarino e, una volta tagliato, compiremo la stessa operazione, interrandolo con cura. Se la talea si manterrà fresca e ben turgida, significa che tutto ha funzionato a dovere: in primavera crescerà e vegeterà senza problemi.

Una piantina ornamentale che si riproduce benissimo per talea fogliare è la saintpaulia: tutto l’anno è buono, ma in inverno l’operazione dovrà essere svolta al riparo dal freddo. Una bella foglia sana e matura, da tagliare vicino al fusto, sarà la nostra futura pianta. Si pratica un foro nel terreno e s’interra il picciolo, facendo attenzione che la foglia non tocchi la terra. La talea di saintpaulia deve essere bagnata sempre e solo dal basso, cioè usando un sottovaso. Forniremo poi nuova acqua quando il substrato sarà asciutto.

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