Cene galeotte: ripartite dal 5 agosto con Luisanna Messeri a Volterra

Ripartono le cene organizzate dentro la Casa di reclusione di Volterra in collaborazione con i detenuti.

In cucina la cuoca Luisanna Messeri e una brigata composta da trenta detenuti del Carcere di Volterra. A cena decine di ospiti che con la loro partecipazione contribuiscono alla salute del pianeta Terra. È l’ambiente infatti il tema della prima cena galeotta dopo la pausa dovuta al Covid e i fondi raccolti serviranno per la piantagione di alberi in una zona di Volterra.

Insieme a Messeri, infatti, ospite speciale della serata è Stefano Mancuso, direttore del laboratorio di Neurobiologia Vegetale all’Università di Firenze e profondo sostenitore della necessità di più alberi per contrastare il cambiamento climatico.

Le cene sono un momento di incontro e socialità, all’insegna dei buoni sapori, che aprono le porte del carcere per valorizzare l’esperienza della Casa di Reclusione di Volterra come luogo di integrazione e solidarietà e punto di riferimento per i più efficaci percorsi rieducativi e permettere ai detenuti di intraprendere nuove strade professionali.

Cene Galeotte: numeri e appuntamenti

Oltre 16mila persone negli scorsi anni sono entrate, dal 2006, nel Carcere di Volterra per partecipare alle “Cene galeotte”, il progetto ideato dalla direzione della stessa Casa di reclusione e realizzato in collaborazione con Unicoop Firenze e la Fondazione Il Cuore si scioglie. Dopo la pausa imposta dal Covid, sono ripartite il 5 agosto, con un menù a firma di Luisanna Messeri.

L’esperienza passata ha evidenziato l’importanza della formazione in ambito culinario per i detenuti: i percorsi di apprendimento in cucina, anche in collaborazione con il locale istituto alberghiero, hanno portato oltre 40 detenuti a trovare un impiego in ristoranti e strutture esterne, a pena terminata o attraverso l’art. 21 che regolamenta il lavoro al di fuori del carcere.

Fra le diverse ed innovative attività c’è anche l’orto: uno spazio dove toccare con mano i frutti del lavoro della terra, che spesso finiscono nelle ricette di pranzo e cena dei detenuti.

“La cena galeotta di questo 5 agosto 2022 alla prova della ripresa dopo la pausa forzata per il Covid affronta un tema inconsueto per la tradizione delle classiche raccolte fondi solidaristiche legate a questa esperienza, ma è quanto mai attuale.” dicono da Unicoop Firenze “I cambiamenti climatici sono l’emergenza più grave che l’umanità si trovi davanti: solo sensibilizzando la comunità sull’importanza del rispetto dell’ambiente e contribuendo a piantare sempre più alberi possiamo cercare di contrastarla. Ringraziamo di cuore la direzione del carcere che rende possibili questi momenti di incontro, integrazione e inclusione”.

“Ripartiamo con slancio e con un appuntamento dagli orizzonti decisamente ampi. La prima cena galeotta del 2022 vuole contribuire alla salvaguardia del pianeta, della nostra casa.” racconta Maria Grazia Giampiccolo, direttore Casa reclusione di Volterra “Assistiamo ad un grande entusiasmo da parte di tutta la struttura e dei detenuti coinvolti: le cene galeotte hanno sempre avuto questo valore forte di aprire le porte del carcere per farlo diventare un luogo di inclusione, in questo caso anche di riflessione su cosa ognuno può fare per un futuro sostenibile e per migliorare l’ambiente in cui si troveranno gli ospiti del carcere alla fine del periodo di detenzione.”

“I cambiamenti climatici sono le vera emergenza sociale di questo momento, come stiamo vedendo in questa caldissima estate, con danni che colpiscono i più deboli.” spiega Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale “Gli alberi sono i nostri principali alleati, poiché assorbono grandi quantità di CO2 e sono in grado di contrastare le isole di calore che si sviluppano intorno alle città. Per questo sono importanti iniziative come queste, per riempire di alberi tutte le zone possibili e per portare all’attenzione dei decisori il tema del riscaldamento globale”.

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