Proprio come canta la sua Tosca in un’aria dell’omonima opera, Giacomo Puccini visse d’arte e visse d’amore. Si definiva «cacciatore di uccelli selvatici, libretti operistici e donne attraenti», amava le automobili e la cucina, ha attraversato una carriera che lo ha portato, quattordicenne, dal suonare l’organo nella Chiesa di San Girolamo nella natia Lucca, proprio come suo padre e suo zio prima di lui, ai palcoscenici dei teatri più importanti del mondo. Ma ovunque si trovasse, la nostalgia di Torre del Lago (l’aggiunta di “Puccini” al nome della frazione di Viareggio è avvenuta più tardi, nel 1938) era più forte di tutto, e smaniava per tornare il prima possibile a casa sua.
Nel 2024 si celebra il centenario della sua morte – Puccini si spense a 65 anni a Bruxelles, il 29 novembre 1924, dove si era sottoposto a un’operazione per un tumore alla gola – ed è dal suo luogo del cuore che parte il nostro piccolo viaggio sulle sue tracce. A farci da guida è il regista, scenografo e costumista Pier Luigi Pizzi, che del “Festival Puccini” di Torre del Lago è direttore artistico. «A un secolo dalla scomparsa, la sua popolarità non è mai diminuita, semmai è cresciuta – racconta -. A renderlo attuale sta il fatto che nel suo teatro e nella profonda umanità delle sue creature si continua a riconoscersi. Il suo teatro parla a tutti, è universale. Ancora oggi credo sia un modello, per chi voglia scrivere per l’opera lirica».
Minestre e passeggiate
Una popolarità conquistata anche a suon di lunghe scarpinate e di… minestroni. Era il 1876 quando il ventiduenne Puccini, pur di assistere alla rappresentazione di Aida di Verdi, raggiunse Pisa a piedi: «Ne rimasi sbalordito, direi quasi spaventato – racconterà successivamente -. Un uomo poteva scrivere un’opera di quella mole? E con tanto splendore di armonie? E con tale miracolo di potenza? Mi pareva di sognare […]. E anche mi parve che non ci fosse al mondo niente di più bello che scrivere un’opera per il teatro».
Sbocciato così l’amore per l’opera, decise che voleva andare a Milano ad ogni costo per studiare al Conservatorio. Ma le disponibilità economiche della famiglia erano tutt’altro che floride, e solo la caparbietà della madre Albina riuscì a far sì che il sogno di Giacomo si avverasse nel 1880, anche se il giovane Puccini non navigava certo nell’oro, affiancato in questo da Mascagni, suo compagno di «bolletta dura»: «Mangio maletto, ma mi riempio di minestroni, brodo lungo e seguitate… – scriveva a sua madre -. Vado in Galleria a fare passeggiate in su e in giù, sto lì fino alle nove, quando ho palanche vado al caffè, ma moltissime sere no, perché un ponce costa quaranta centesimi, e torno a casa spiedato morto».
Il successo arriva nel 1884, quando Le Villi, dopo una disastrosa partecipazione a un concorso indetto dall’editore musicale Sonzogno, venne rappresentato al Teatro del Verme di Milano, e Puccini si rifece degli anni difficili presentandosi all’osteria che frequentava, e dove aveva lasciato debiti, levando «un biglietto di banca da mille lire e con magnifica indifferenza lo porse alla padrona […]. Quelle mille lire venivano da Le Villi, la sua prima opera, in un atto, che gli aprì la via alla notorietà: ed erano il biglietto di presentazione della Fortuna».
Colpito da “torrelaghitudine”
Ma la fortuna, con o senza maiuscola, non era tutto per Puccini. Fu, scriveva Eugenio Montale, «nel fondo del suo animo, un artista aristocratico, condannato al successo. Si compiacque di questa sua condizione, ma anche ne sentì il pericolo. Di qui quella sua malinconia di uomo che non è quella dei suoi personaggi musicali […]. Più di una volta parlò con ironia del suo “genio”, cosa che nessun musicista d’oggi sarebbe disposto a fare».
Uomo di campagna più che di città, preda di una “torrelaghitudine” che lo coglieva nella sua casa milanese come nel corso dei suoi numerosi viaggi in giro per il mondo, e che lo spingeva a tornare il prima possibile sulle sponde del Lago di Massaciuccoli («Proclamava Torre del Lago – abitanti 120, case 12, quando vi si stabilì – “gaudio supremo, paradiso, eden, turris eburnea, vas spirituale, reggia”»).
E poi amante delle automobili e della velocità – la fama non gli risparmiò contravvenzioni: «Il maestro Giacomo Puccini fu condannato a un’ammenda di 70 lire […] in base al fatto che in luogo abitato nel villaggio di Antignano spingeva il proprio automobile ad una velocità eccedente quella prescritta» – né, mentre lavorava alla Butterfly, un «disgraziatissimo accidente automobilistico», come puntualmente segnalavano i giornali.
Elvira e le altre
E, come è noto, amante di belle donne. Dall’archivio di Villa Puccini, gelosamente custodito dalla nipote Simonetta finché era in vita (è scomparsa nel 2017), sono emersi di recente lettere e biglietti indirizzati alla moglie Elvira e alle amanti, che testimoniano il passaggio dall’iniziale reciproco trasporto coniugale («Elvirina mia… Quanto mi è costato lasciarti!» le scriveva ad esempio; «Angelo mio giro per la casa chiamandoti», gli rispondeva lei) alla presa d’atto che qualcosa era cambiato, come quando Elvira scrive «Ho nell’idea che tu mi abbia fatto qualche cornetto, eri tanto caldo pochi giorni fa, adesso sei troppo calmo per non esserti sfogato…».
Eppure secondo alcuni critici dietro le protagoniste delle opere di Puccini, eroine tragiche e appassionate, c’è sempre e solo un’unica ispirazione: Elvira. «In tutte le sue opere Puccini ha magistralmente costruito dei personaggi indimenticabili – dice Pizzi -: pensiamo a Calaf, Mario Cavaradossi, Rodolfo, De Grieux, per non citare che i più popolari, ma ha regalato a quelli femminili i momenti più sublimi. Manon, Mimì, Cio-Cio-San, Liù continuano a commuoverci fino alle lacrime».
In attesa del centenario
Ecco le anticipazioni di un’annata di festeggiamenti
Sono già molte le occasioni per celebrare Puccini: ne segnaliamo solo alcune. Il Teatro del Giglio di Lucca propone con il “Festival Lucca Puccini Days” una serie di concerti e recital che si concludono il 22 dicembre con uno studio inedito, con attori e cantanti che si alterneranno sul palcoscenico facendo rivivere al pubblico la storia d’amore tra Minnie e Dick Johnson de La fanciulla del West e dell’omonima commedia di David Belasco, che sarà rappresentata – seppur solo parzialmente – per la prima volta in Italia.
In attesa della messa in scena della Madama Butterfly (17 e 18 febbraio 2024) nella sua seconda versione, quella andata in scena a Brescia il 28 maggio del 1904 dopo il fiasco dell’opera alla Scala di Milano il 17 febbraio dello stesso anno. Sempre a Lucca, visite guidate gratuite alla casa natale di Puccini (ore 15 e 16) il 22 dicembre in occasione del suo compleanno. Mentre al Teatro Verdi di Pisa vanno in scena La Rondine (1° e 3 dicembre) e La Bohème (2 e 4 febbraio 2024).
Anche la Fondazione Festival Pucciniano propone un articolato programma di appuntamenti per il “Mese Pucciniano”: fra gli appuntamenti di dicembre, l’8 a Viareggio Concerto lirico con pagine di musica sacra, omaggio ad Alessandro Manzoni a 150 anni dalla morte, e il 20 a Seravezza Concerto lirico Pucciniano; conclusione il 3 gennaio a Torre del Lago con il Concerto fastoso – protagonisti Orchestra e Coro e solisti del Festival Puccini – per i 120 anni dalle nozze con Elvira.
Aspettando il centenario e la 70a edizione del festival (fra luglio e settembre) che sarà, dice Pizzi, «una sintesi del suo genio creativo» e che vedrà i primi quattro titoli di Puccini, «Le Villi con Edgar, La Bohème, Tosca, ed è significativo il fatto che si rappresentino in ordine cronologico secondo la loro nascita, seguendo il percorso del compositore e la sua crescita artistica, no all’ultima opera, Turandot, rimasta incompiuta e da noi proposta come lui ce l’ha lasciata. Un appuntamento imperdibile».
Per informazioni
teatrodelgiglio.it; fondazionegiacomopuccini.it; teatrodipisa.pi.it; puccinifestival.it; puccinimuseum.org
Puccini Day
Solo il 22 dicembre 50% di sconto per l’acquisto dei biglietti per le rappresentazioni del 70° Festival Puccini 2024: Le Villi Edgar, Manon Lescaut, La Bohème, Tosca, Turandot, Madama Butterly.
Lo sconto è valido per tutti i settori tranne il V e sarà applicato su un numero massimo di 2 biglietti a persona a recita.
Il 22 dicembre, alle 21, al Teatro San Girolamo di Lucca va in scena “La Fanciulla del West”, uno studio dal testo di Belasco all’opera di Puccini. Con Matilde benranrdi, Valentina Boi, Alberto Paradossi, Arianna Tarantino, Alfonso Zambuto.
Visite guidate per i soci Unicoop Firenze
In occasione del compleanno del Maestro, Unicoop Firenze offre visite guidate gratuite al Puccini Museum Casa Natale Lucca alle ore 15, 16 e 18.
Prenotazione obbligatoria alla mail: visite@puccinimuseum.it oppure al 05831900379.
Dalle 19 alle 20, incontro “da Belasco a Puccini” a cura di Emiliano Sarti.