Si apre l’8 dicembre al Palp-Palazzo Pretorio di Pontedera, in provincia di Pisa, la mostra “Orizzonti d’acqua fra pittura e arti decorative. Galileo Chini e altri protagonisti del primo Novecento”
L’esposizione è incentrata su Galileo Chini, una delle figure di maggior rilievo del modernismo internazionale, e su alcuni artisti che hanno condiviso con lui le esperienze del periodo. Il “modernismo” è la denominazione spagnola del movimento artistico “art nouveau”, come veniva chiamato in Francia, o “liberty”, accezione inglese.
L’acqua è il centro
L’acqua è il filo conduttore che accompagna il visitatore lungo il percorso espositivo fra dipinti, bozzetti e manufatti ceramici, costituisce una nota costante nella produzione di Chini e racconta la sintonia dell’artista con gli sfondi ora fluviali, ora marini, dall’Arno al fiume di Bangkok, da Venezia ai centri balneari e termali di Viareggio, Montecatini e Salsomaggiore.
Non ne è esente neppure la produzione ceramica, l’ambito che gli diede l’opportunità di entrare nel circuito internazionale e di imporsi fin dal 1898 fra i primi interpreti del liberty in Italia.
Da Venezia al Siam
Ad aprire la mostra è La quiete, quadro esposto nel 1901 alla quarta edizione della Biennale internazionale di Venezia, manifestazione che in maggior misura ha contribuito ai successi dell’artista e alla sua dimensione cosmopolita.
Fu infatti nella città lagunare che nel 1907 il re del Siam ebbe modo di apprezzare l’allestimento della Sala del sogno, decidendo di affidare a questo artista poliedrico, distintosi oltre che come ceramista anche come illustratore, scenografo, pittore e decoratore, la decorazione del nuovo Palazzo del trono a Bangkok.
L’esperienza thailandese influì in modo determinante sul suo bagaglio artistico: proprio l’incontro diretto con l’Oriente, che fruttò a Chini anche l’attribuzione da parte di Puccini dell’allestimento scenico della Turandot, rese il suo un orientalismo non di maniera.
Non solo Pini
Al suo fianco, in un costante confronto, le opere degli altri grandi protagonisti del Novecento italiano, a lui legati da amicizia, lavoro o sintonia culturale: Plinio Nomellini, amico fraterno, con cui condivise l’impresa della Sala del sogno: Giorgio Kienerk, che fu precoce divulgatore del liberty in ambito toscano; Leonardo Bistolfi, fra i promotori dell’“Esposizione internazionale d’arte decorativa moderna” organizzata a Torino nel 1902; Duilio Cambellotti, il maggior rappresentante del decò a Roma; e, ancora, l’emiliano Aroldo Bonzagni e i toscani Moses Levy, Lorenzo Viani e Salvino Tofanari.
In mostra anche un arazzo di Vittorio Zecchin, l’artista veneziano che maggiormente ha tradotto in Italia lo spirito klimtiano e, come Chini, ha filtrato il linguaggio decorativo della Secessione viennese.
Ci sarà infine anche uno straordinario ritrovamento: il gesso di Auguste Rodin La Danaide, oggetto di scambio fra lo scultore e Galileo Chini in occasione di un loro incontro, avvenuto probabilmente a Venezia nel 1901.
Info utili per andare alla mostra
La mostra si tiene Palp-Palazzo Pretorio Pontedera, piazza Curtatone e Montanara a Pontedera dall’8 dicembre 2018 fino al 28 aprile 2019.
L’esposizione è aperta da martedì a venerdì 10-19, sabato, domenica e festivi 10-20, lunedì chiuso. L’ingresso costa 8 euro ed è prevista anche una convenzione per i soci.