Tumore al seno: l’importanza della diagnosi precoce e le nuove terapie

I dati mostrano che la sopravvivenza nei casi di diagnosi precoce supera il 90% e l'arrivo di nuove ed efficaci terapie personalizzate

Oggi il tumore al seno colpisce 1 donna su 8, mentre circa trent’anni fa si ammalava 1 donna su 11. L’incidenza tende leggermente ad aumentare ogni anno (+0,3%) e in Italia vivono circa 800.000 donne che hanno avuto questa diagnosi. Fortunatamente però è aumentata anche la sopravvivenza grazie alla diagnosi precoce e alle nuove terapie. In occasione dell’Ottobre rosa, il mese dedicato a sensibilizzare su questa patologia, facciamo il punto sulla situazione con Teresita Mazzei, già professore ordinario di Chemioterapia e presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Firenze

Quali sono i fattori di rischio e le azioni di prevenzione?

Non esiste un unico fattore di rischio, ma un insieme di concause, ad esempio è più a rischio una donna che non fa figli o che se li fa non li allatta, oppure che ha una gravidanza a termine dopo i trent’anni. Anche l’elevato consumo di alcool e di grassi animali e il basso introito di fibre vegetali sono associati a un maggiore rischio di ammalarsi.

Che ruolo gioca l’obesità?

L’eccesso di tessuto adiposo addominale, che in post-menopausa rappresenta la maggiore fonte di estrogeni circolanti, determina un eccessivo stimolo ormonale sulla ghiandola mammaria. Un recente studio italiano dimostra come l’esercizio fisico, la dieta mediterranea e il minor consumo di alcool possano ridurre il rischio di ammalarsi dell’1,6% in menopausa, del 3,2% nelle donne con altri casi di tumore mammario in famiglia, e fino al 4,1% nelle donne ad alto rischio (ad esempio, con predisposizione alle mutazioni genetiche).

Qual è l’importanza della diagnosi precoce?

La Toscana è stata la prima Regione ad avere un centro di senologia (l’Ispo, Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica, oggi Ispro) che ha offerto gratuitamente ogni due anni, alle donne dai 50 fino ai 75 anni, lo screening gratuito, mammografico ed eventualmente anche ecografico. Da alcuni anni questo servizio è stato offerto alle donne a partire dai 45 anni. La diagnosi precoce del carcinoma della mammella è il fattore che ha maggiormente contribuito alla diminuzione della mortalità. I dati dimostrano che la sopravvivenza nei casi di diagnosi precoce supera il 90%. E la mortalità è in continua diminuzione.

Ci sono nuove terapie?

Il primo esempio di terapia personalizzata riguarda proprio questo tipo di tumore, perché agli inizi degli anni Ottanta sono stati individuati sulla membrana delle cellule tumorali sia i recettori per gli estrogeni che quelli per il progesterone. È infatti il continuo stimolo proliferativo soprattutto estrogenico il principale responsabile. Più recentemente, la terapia a bersaglio molecolare si è arricchita di armi terapeutiche quali gli anticorpi monoclonali, sia antiangiogenetici che antiproliferativi. A breve sarà disponibile il primo anticorpo monoclonale immunoterapico. Altri farmaci innovativi sono molecole somministrabili per bocca, che hanno contribuito negli ultimi anni a rendere questa patologia cronica e trattabile per anni, come il diabete.

Una mostra contro il carcinoma della mammella

Sono ferite che si rimarginano ma lasciano il segno. Un segno non da nascondere, ma da valorizzare. Nasce da questa riflessione la mostra dell’artista Maria Chiara Cecconi, che ha dovuto lottare contro il tumore al seno e che, dal 5 al 12 ottobre, espone le sue opere nella sala Ketty La Rocca alle Murate a Firenze.

Il 12 ottobre, alle 17, conferenza nella Sala Wanda Pasquini, sempre alle Murate, aperta a tutti, organizzata da Ispro, Ordine dei medici della provincia di Firenze e Lilt – Lega italiana per la lotta contro i tumori. Parleranno i senologi Giovanna Masala, Doralba Morrone, Teresita Mazzei e Gianni Amunni. A seguire aperitivo, offerto da Unicoop Firenze, con i piatti del libro La salute in cucina. Le ricette dello studio Dama.

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