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Nei e tatuaggi

I consigli per la nostra salute di Daniela Massi, professoressa di Anatomia patologica all’Università di Firenze

I tatuaggi hanno radici millenarie che affondano in culture antiche come quella egizia e in popolazioni indigene di tutto il mondo. Da Ötzi, la mummia conservata a Bolzano che risale al 3300 a.C., fino ai giorni nostri, i tatuaggi si sono evoluti da pratiche rituali a mezzo di espressione identitaria diffusa globalmente. Tuttavia, dietro ai tatuaggi si celano dei rischi potenziali.

«È fondamentale tatuarsi in piena sicurezza, affidandosi a professionisti qualificati e, a fronte di condizioni di salute particolari, è consigliabile consultare un medico prima di procedere» ci spiega Daniela Massi, professoressa di Anatomia patologica all’Università di Firenze, direttore del Servizio di Anatomia patologica di Careggi e presidente dell’Intergruppo Melanoma Italiano.

Quali patologie cutanee possono comparire dopo un tatuaggio?

Le infezioni, se le procedure non sono eseguite con strumenti sterili, le reazioni allergiche (con prurito, gonfiore), le reazioni papulo-nodulari, le cicatrici ipertrofiche o cheloidi e i problemi di ipersensibilità della pelle. Infine, in pazienti con patologie cutanee preesistenti, come psoriasi, eczema o dermatite atopica, un tatuaggio può riacutizzare il quadro clinico.

Esistono differenze fra gli inchiostri?

Gli inchiostri differiscono in base ai pigmenti e ai liquidi in cui i pigmenti sono sospesi, così come per le sostanze aggiunte che influenzano la capacità di penetrazione della pelle, la sicurezza e la durata dei tatuaggi. L’inchiostro rosso causa più spesso reazioni avverse, ma possono verificarsi con qualsiasi colore.

Un tatuaggio può interferire sulla diagnosi precoce di lesioni cutanee?

Sì, specialmente se è esteso, perché può rendere difficile il riconoscimento e il confronto nel tempo dei nei o di altre lesioni pigmentate della pelle o la comparsa di nuove lesioni, ritardando così la diagnosi precoce del melanoma o di altre patologie cutanee.

Quali sono le raccomandazioni per i tatuati riguardo alla sorveglianza dermatologica e alla prevenzione del melanoma?

Le raccomandazioni dell’Intergruppo Melanoma Italiano includono visite dermatologiche periodiche e autoesame della pelle. In caso di esposizione prolungata ai raggi solari si consiglia la protezione Upf 50+ e di coprire i tatuaggi con indumenti anti-Uv. In generale, è sempre opportuno evitare di fare tatuaggi sopra i nei. Se è già stato fatto su un neo, o in prossimità, è importante rivolgersi ad uno specialista per il monitoraggio frequente, soprattutto in caso di fattori di rischio come storia familiare di melanoma, pelle chiara o presenza di numerosi nei.

Studi o evidenze scientifiche correlano i tatuaggi con un aumentato rischio di tumori cutanei?

La nuova normativa europea regola l’uso degli inchiostri e i pigmenti usati nei tatuaggi, vietando coloranti contenenti sostanze cancerogene o mutagene. Attualmente, non vi sono evidenze scientifiche di una correlazione certa fra tatuaggi e rischio aumentato di tumori cutanei, come il melanoma. La ricerca è in corso e sono necessari studi a lungo termine per approfondire eventuali correlazioni. Pertanto, è fondamentale adottare un atteggiamento di cautela e monitorare regolarmente la salute della propria pelle.

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