Dormire bene

La mancanza di sonno, oltre a impattare negativamente sulle attività quotidiane, favorisce l’insorgenza di numerose patologie

Secondo l’Associazione Italiana per la Medicina del Sonno (Aims), in Italia gli “assonnati” sono circa 12 milioni. La mancanza di sonno, oltre a impattare negativamente sulle attività quotidiane, favorisce l’insorgenza di numerose patologie, tanto che il 17 marzo è stata istituita la “Giornata Mondiale del sonno”. «I fattori che influenzano le esigenze di sonno e veglia sono le condizioni mediche, i farmaci, lo stress, l’ambiente in cui si dorme e ciò che si mangia e si beve – spiega Sandro Sorbi, Ordinario di Neurologia all’Università di Firenze -. Forse l’influenza maggiore è l’esposizione alla luce, che può rendere difficile l’addormentamento e la ripresa del sonno dopo un risveglio».

Quali sono i meccanismi del sonno?
Il sonno non è una conseguenza della “fatica del giorno”, ma di una attività fondamentale del cervello molto ben regolata da due meccanismi biologici interni: il ritmo circadiano e l’omeostasi. Il primo regola la temperatura corporea, il metabolismo, il rilascio di ormoni e le condizioni ambientali. Il secondo ricorda all’organismo di dormire dopo una certa ora e ne regola l’intensità.

A cosa serve dormire?
È essenziale per la sopravvivenza, come il cibo e l’acqua. Recenti scoperte suggeriscono che durante il sonno avviene anche la rimozione di sostanze alterate e potenzialmente tossiche che si accumulano durante la veglia nel cervello, e che una mancanza cronica o una scarsa qualità del sonno aumenta il rischio di disturbi come l’ipertensione, le malattie cardiovascolari, l’ictus, il diabete, la suscettibilità alle infezioni, la depressione, il sovrappeso e l’obesità.

Di quanto sonno abbiamo bisogno?
Non esiste un “numero magico” che vada bene per tutti: i neonati dormono fino a 16-18 ore al giorno, i ragazzi in età scolare hanno bisogno in media di circa 9,5 ore, la maggior parte degli adulti 7-9 ore, ma dopo i 60 anni il sonno notturno tende a essere più breve, più leggero e interrotto da molteplici risvegli. Molti pensano di poter “recuperare” dormendo più a lungo durante il fine settimana, ma potrebbe non essere sufficiente.

Un sonno frammentato o disturbato può predisporre a malattie neurologiche?
Le più comuni malattie neurodegenerative come l’Alzheimer o il Parkinson sono quasi sempre associate a disturbi della qualità del sonno. Tuttavia, vi sono notevoli difficoltà nel verificare criticamente se la neuro-degenerazione derivi da questi disturbi, perché potrebbero essere una conseguenza e non la con-causa della sofferenza dei neuroni legati alla malattia.

Secondo i dati sono le donne a soffrirne maggiormente, soprattutto in alcune fasi della vita.
I cambiamenti ormonali possono compromettere il sonno. A sua volta, la privazione del sonno può influenzare i livelli ormonali, in un circolo vizioso di insonnia. Quando i livelli ormonali aumentano o diminuiscono – come durante il ciclo mestruale, durante e dopo la gravidanza e soprattutto in menopausa – le donne possono essere più vulnerabili. La riduzione degli ormoni estrogeni, che comincia ben prima della menopausa vera e propria, ha un forte impatto sulla qualità del sonno: infatti circa i 2/3 delle donne in pre-menopausa non dormono bene.

Quando serve il medico?
Quasi tutti hanno una notte insonne di tanto in tanto, ma se diventa la normalità e si ha la sensazione di essere insolitamente stanchi durante il giorno, è importante chiedere un aiuto.

Non rimanere a letto

Se non riusciamo a prendere sonno entro 20-30 minuti da quando ci siamo coricati, dobbiamo alzarci, uscire dalla camera da letto e fare qualcosa di rilassante, come leggere o ascoltare musica. Quando iniziamo a sentire la comparsa del sonno, torniamo subito a letto.

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