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Un farmaco toscano per curare il tumore al seno

Una nuova speranza per le donne con tumore al seno: approvato in Italia Elacestrant, il farmaco che rallenta le metastasi.

Tra le innumerevoli notizie negative che si rincorrono sulle cronache, finalmente ne è arrivata una che dona speranza a moltissime donne. L’Aifa ha approvato l’uso di un farmaco innovativo, già autorizzato negli Stati Uniti, in Germania e nel Regno Unito, che verrà prodotto da Menarini nel Centro per lo sviluppo di nuove molecole oncologiche ad alto potere terapeutico di Pisa. Si chiama Elacestrant e può bloccare l’avanzamento delle metastasi al tumore al seno.

«Proprio così, è un farmaco che appartiene alla classe dei Serd cioè dei “degradatori selettivi dei recettori per gli estrogeni” che sono fra le principali cause dell’insorgenza e della crescita del carcinoma alla mammella – spiega la professoressa Teresita Mazzei, oncologa -. L’attività degli estrogeni è mediata dai recettori estrogenici (RE), proteine presenti sulla superficie delle cellule tumorali nell’80% delle donne con tumore mammario, e questo è il motivo per cui la principale modalità terapeutica nel carcinoma mammario consiste nella sopprressione della produzione di estrogeni, che stimolano la crescita delle cellule tumorali. Elacestrant rappresenta oggi una significativa alternativa terapeutica legata alla comodità di una somministrazione orale giornaliera e al meccanismo d’azione unico che consiste nel legame al RE con la sua degradazione progressiva e il blocco irreversibile della sua attività. Ha inoltre la prerogativa di agire inibendo anche l’attività dei recettori estrogenici che presentano una mutazione genica capace di causare la resistenza all’ormonoterapia e in particolare agi inibitori delle aromatasi (IA), mutazione che si verifica nel 20-40% delle pazienti in terapia con IA».

A chi viene prescritto?

A donne in post menopausa con tumore mammario metastatico a ricettori estrogenici positivi e mutati che hanno ricevuto in precedenza una terapia ormonale associata a inibitori delle chinasi cicline dipendenti (farmaci relativamente nuovi che sinergizzano con l’ormonoterapia, bloccando la progressione della crescita cellulare).

Il tumore inoltre deve inoltre essere negativo al Her2, recettore per un fattore di crescita che ha molteplici e differenti opzioni terapeutiche. Il principale studio registrativo ha confrontato Elacestrant con altre ormonoterapie (fluvestrant o inibitori delle aromatasi), dimostrando un’efficacia superiore del nuovo farmaco, che ha determinato una sopravvivenza libera da progressione pari a quasi al doppio rispetto all’ormonoterapia tradizionale. Elacestrant si è dimostrato ugualmente attivo anche in pazienti di sesso maschile.

Ci sono effetti collaterali?

Gli effetti collaterali della terapia con Elacestrant sono molto simili a quelli che caratterizzano gli altri tipi di ormonoterapia e consistono principalmente in nausea, appetito ridotto, disturbi digestivi, stanchezza e artralgie. Effetti collaterali per lo più di grado lieve. Sono stati invece più frequentemente riportati aumenti dei livelli di trigliceridi e colesterolo, innalzamento delle transaminasi e bassi livelli di calcio.

È vero che il 5-10% dei tumori al seno viene diagnosticato quando è già in fase di metastasi?

La percentuale del 5% circa corrisponde a verità. Questo si verifica soprattutto in pazienti più anziane rispetto alla popolazione più giovane, che è senz’altro più attenta alla propria salute. Chiaramente l’attenzione dell’oncologo in questi casi deve essere rivolta anche al mantenimento della qualità di vita e, per fortuna, avendo le pazienti nell’80% dei casi i recettori ormonali positivi, possono beneficiare di più linee di ormonoterapia, che hanno una tollerabilità decisamente superiore rispetto alla chemioterapia.

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