L’albero del pepe rosa

Conosciuto anche come "falso pepe" o "pepe peruviano", l'albero di pepe rosa è bello e utile in cucina. Ideale per insaporire pesce, carni bianche, insalate, ma anche uova, formaggi e torte salate

L’albero del pepe rosa è caratterizzato da un bell’aspetto elegante ed esotico, e senza dubbio porta armonia nel giardino che lo ospita. Originario di Bolivia, Perù e Messico, appartiene alla famiglia delle Anacardiacee eil suo nome scientifico è Schinus molle. Questa pianta è conosciuta anche come “falso pepe” o “pepe peruviano” data la somiglianza dei suoi frutti, rosa e rotondi, con le bacche del pepe.

Di fatto, il pepe rosa è a tutti gli effetti una spezia che insaporisce bene il pesce, le carni bianche, le insalate, ma anche uova, formaggi e torte salate. Di facile coltivazione, ha rami ricadenti simili a quelli del salice e si sviluppa molto bene nei climi miti, anche in prossimità del mare, poiché non teme l’elevata salinità. Predilige terreni alcalini, ma si adatta bene anche a condizioni diverse; l’importante è che il substrato sia ben drenante: quindi al momento del trapianto si può aggiungere sabbia o ghiaia di fiume, in modo da favorire il deflusso dell’acqua. Non ha esigenze specifiche e si può impiantare in ogni stagione, evitando però i periodi troppo umidi.

Meglio al sole

Predilige posizioni soleggiate – tollera bene anche la mezz’ombra – e al riparo dai venti freddi; se coltivato in piena terra, sopporta anche lunghi periodi di siccità, ma nei primi anni di vita è bene annaffiare l’albero regolarmente anche per garantire una fioritura ricca e abbondante. D’inverno sarebbe meglio proteggere i giovani esemplari con tessuto-non-tessuto. Questa bella pianta si può coltivare anche in grandi vasi: in questo caso, somministriamo regolarmente acqua, soprattutto nella stagione calda; durante la brutta stagione, sistemiamo il nostro pepe rosa in un locale non riscaldato.

Si consiglia di concimare un paio di volte l’anno con letame maturo e, per ciò che riguarda la potatura, limitiamoci a sfoltire la parte interna per far circolare meglio aria e luce. In ogni caso, se fosse necessario – magari per ragioni di spazio – si può potare anche drasticamente: la pianta sopporterà bene l’intervento e nuovi rami cresceranno senza sforzo.

Profumi e colori

Buono a sapersi: se coltiviamo il pepe rosa nel frutteto, le altre piante saranno protette dai parassiti, perché le sue foglie emanano particolari profumi che li tengono lontani; inoltre, i fiori bianchi attirano le api, che agiscono così da impollinatori per tutti gli alberi. Le bacche maturate si raccolgono in autunno – con le forbici – quando ormai hanno raggiunto il pieno colore rosa; poi si lasciano essiccare al sole. Si conservano bene in barattolini di vetro; volendo, anche in salamoia (in questo caso, le preleveremo con un cucchiaio: pronte all’uso, senza risciacquarle).

La pianta vanta anche proprietà terapeutiche: è diuretica, tonica, funziona anche da digestivo, e da sempre è utilizzata dai popoli indigeni per scopi medicinali. Corteccia, foglie, fiori, frutti, semi e resina, infatti, contengono tutti un olio essenziale utilizzato in erboristeria per curare, fra l’altro, affezioni delle vie respiratorie o urinarie. Le foglie macerate si usano per alleviare reumatismi o dolori muscolari.

Curiosità

  • Dalle bacche si ricava il pulque, una bevanda alcolica, in Messico amata quasi come la tequila. Sulle Ande se ne ricava la tipica chicha de molle, una bevanda fermentata.
  • I sacerdoti aztechi usavano il pepe rosa per le cerimonie. In Cile, la pianta si trova raffigurata accanto agli idoli dei nativi amerindi, ma anche ai santi cristiani.
  • La resina del pepe rosa, molto aromatica, è usata da millenni come medicinale e per la tintura dei tessuti.

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