O li ami, o li eviti. Si potrebbe sintetizzare in questo modo il rapporto che lega reciprocamente gatti e umani, e infatti sono stati venerati dagli antichi egizi, ma perseguitati, uccisi e torturati nel medioevo. Li hanno amati particolarmente poeti e scrittori, da Petrarca a Baudelaire, dalle sorelle Bronte a Hemingway. Ma la lista potrebbe essere lunghissima.
Secondo il rapporto Assalco (Associazione Nazionale Imprese per l’Alimentazione e la Cura degli Animali da Compagnia) Zoomark 2021, sono presenti nelle nostre case 7,9 milioni di gatti. Anche se i cani mantengono il primato con 8,2 milioni di presenze, i felini sono sempre più amati.
Tanto che, dal 1990, il 17 febbraio si celebra la Giornata Nazionale del Gatto, una festa istituita grazie a una giornalista, Claudia Angeletti, che ha promosso un referendum fra i lettori di “Tuttogatto”, la rivista per la quale lavorava. Se ne avete uno o più, saprete però che amano essere festeggiati tutti i giorni.
Come conquistare l’amicizia di un gatto
«Non è facile conquistare l’amicizia di un gatto. Vi concederà la sua amicizia se mostrerete di meritarne l’onore, ma non sarà mai il vostro schiavo» scriveva così il letterato Théophile Gautier. Una riflessione condivisa anche da molti proprietari di gatti, che si considerano infatti come “eletti”.
Qualche suggerimento per farseli amici vita natural durante (prendendoli, e accarezzandoli, per il verso giusto) e apprezzarli per quel che sono, può comunque tornare utile.
«I gatti, insieme ai cani, sono gli animali d’affezione che sentiamo più vicini – spiega lo zooantropologo e filosofo Roberto Marchesini -, perché abbiamo alcune cose in comune: le cure parentali, il gioco, i rapporti sociali. Tuttavia, fra i due ci sono sostanziali differenze. Il cane è collaborativo, ragiona al plurale, ci guarda per sintonizzarsi e fare delle cose con noi. Il gatto, al contrario, viene quando non ha nient’altro da fare. Il suo motto è “rilassiamoci”».
Ma non sempre l’uso del plurale è corretto, per lo più è solo il gatto a rilassarsi, mentre noi ci impegniamo ad esempio davanti a un computer.
«Ai gatti piace vederci lavorare in casa, fare la maglia, leggere, cucinare sono attività che stimolano la loro curiosità» racconta Marchesini.
Conoscerli per amarli
Imparare a conoscere le caratteristiche degli altri esseri viventi è il punto di partenza per costruire una buona relazione ed evitare errori grossolani. Può capitare di farne anche da chi è mosso dalle migliori intenzioni. Pensate, per esempio, a quanto è diverso il linguaggio dei cani da quello dei gatti. Mettersi a pancia all’aria per il cane significa sottomissione, per il gatto un comportamento di sfida che precede un attacco. Il cane che ci viene incontro con la coda alzata ci vuole dire che lui è il boss, il gatto ci vuole dare il benvenuto. Ecco perché cani e gatti fanno fatica ad andare d’accordo, non si capiscono!
«Ci sono persone perfette per vivere insieme ai gatti – prosegue il filosofo -: Margherita Hack, per esempio, che aveva sempre la testa fra le stelle, o Giorgio Celli, che viveva circondato da montagne di libri. Insomma per capire i gatti bisogna dismettere i panni umani e imparare una nuova lingua. Se decidi di farne entrare uno in casa non puoi lasciare fuori la sua felinità. Konrad Lorenz ci ha insegnato che le varie specie animali nascono già con tendenze e propensioni molto precise. Il gatto, per esempio, ha un forte istinto predatorio, noi possiamo indirizzarlo, ma non eliminarlo. Gli etologi sono affascinati dalle diversità. Un modo di guardare l’altro che dovremmo avere po’ tutti, soprattutto nella società odierna che tende all’omologazione e all’uniformità».
Adottare un animale con responsabilità e donargli amore è una grande cosa, ma se vogliamo renderlo felice non dobbiamo trattarlo come se fosse un bambino o proiettare su di lui le nostre aspettative, ma dargli la possibilità di esprimere quello che è.