Adozioni cani e gatti un anno dopo

Durante la pandemia è aumentato il numero delle persone che hanno scelto un cane o un gatto

Non è solo un’impressione quella che si ha passeggiando per le strade, l’incremento di cani che sgambettano con i loro padroni è confermato dai dati. Secondo Enci e Coldiretti oltre 3,5 milioni di italiani negli ultimi mesi hanno deciso di portare a casa un amico a quattro zampe, e lo hanno fatto a buona ragione perché, come risulta dal Rapporto Eurispes, quasi la metà di chi ha animali domestici afferma che durante la pandemia questi ultimi sono stati d’aiuto in circa l’83% dei casi per sentire meno la solitudine (“molto” 49,8% e “abbastanza” 33,1%).

«Durante questo periodo, che ha messo a dura prova anche la nostra sfera emotiva, forse le persone si sono rese conto dell’importanza di passare del tempo in compagnia di un animale – spiega Piera Rosati, presidente della Lega Nazionale per la Difesa del Cane -. Le nostre sedi in tutta Italia hanno affidato alle famiglie quasi 12.500 cani, ne hanno accuditi 52.000 e soccorsi 38.000. Sono orgogliosa dei volontari, che promuovono adozioni responsabili attraverso un iter molto rigoroso; a oggi, infatti, nessun cane adottato è tornato indietro. Purtroppo però sono anche stati ceduti a malincuore tanti cani da parte di famiglie che, a causa della pandemia, si sono trovate in difficoltà perché hanno perso il lavoro, la casa o perché ricoverati. Quando possibile, cerchiamo di non separarli e offriamo loro un aiuto concreto: abbiamo assistito per questa ragione circa 11.000 famiglie».

«Lo stesso discorso vale per i gatti – spiega Simona Cavagna, responsabile dell’associazione Mondo Gatto -. Molte persone che ora lavorano da casa hanno scelto la compagnia di un felino, che ritengono più indipendente e autonomo rispetto a un cane. Purtroppo anche da noi sono arrivati moltissimi animali ceduti da chi non era più in grado di mantenerli. È stato molto triste vedere con quanta disperazione alcune persone si sono separate dal proprio compagno non umano, perché non avevano altra scelta».

Un altro punto di vista è quello di Carlo Ciceroni, veterinario comportamentalista: «Sono un po’ preoccupato – dice Ciceroni – per questo generale aumento di adozioni/acquisto di cani. Potrebbe farmi piacere, se non fosse per il pensiero che potrebbe essere condizionato non solo dal bisogno di accudire una creatura, ma più che altro dalla possibilità di garantirsi il diritto di uscite (nei giorni di lockdown, ndr) con i propri cani. È bene ricordare che cani e gatti, fortunatamente, vivono a lungo e che quando entrano nella nostra famiglia ci possono restare anche venti anni. Per questa ragione ogni adozione deve essere ben ponderata, come giustamente ricorda la presidente Piera Rosati».

Rispetto all’acquisto di cuccioli di razza, Ciceroni nota un calo di quelli provenienti dall’estero e un incremento di quelli allevati in Italia.

«Questo parrebbe aver generato un aumento dei prezzi rispetto agli anni passati. Il motivo potrebbe essere legato alla necessità di far fronte alle numerose richieste, soprattutto sotto Natale. La difficoltà a reperire cuccioli sembrerebbe aver spinto molte persone, vista anche la contingenza economica, a improvvisarsi allevatori e a far nascere piccoli (in gergo si dice “scucciolare”), consegnandoli spesso prima che raggiungano l’età consigliata. Tutto questo, se confermato, nel futuro potrebbe avere delle ripercussioni sulla qualità di vita dei cani, una volta tornati alla normalità. Mi aspetto fra qualche mese – prosegue il veterinario – un aumento dei problemi legati all’ansia da separazione e ai disturbi dovuti a una socializzazione sbagliata, incompleta o, in alcuni casi limite, del tutto mancata: infatti, è aumentato il numero delle morsicature rivolte alle persone in ambito familiare rispetto a quelle accadute all’aria aperta».

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