Consolazione, riflessione o, semplice, distrazione: quante sensazioni ci regalano i libri e, nei tempi bui, cosa c’è di meglio che rifugiarsi nella lettura? Fra i titoli più recenti di autori toscani, ne consigliamo quattro.
Di Alessandro Bini e Bruno Santini ecco Profumo di boom (Sarnus, 96 pagine, € 8). Racconta gli anni ‘60, quelli del boom: nell’aria c’era la voglia di riscatto e di benessere; arrivarono, in effetti, anche se non per tutti. Santini scrive di quei tempi, Bini ne cerca l’odierno corrispettivo. Un paio di esempi. Nel ballo, regnava il twist. Lo cantavano Domenico Modugno e il Quartetto Cetra, e tutti lo ballavano, con un dimenio quasi ingenuo. Oggi regna il twerk, e i sederi si muovono in modo… esplicitissimo. Le edicole dei giornali videro la fioritura di quotidiani e riviste. Ma anche di libri: Gli Oscar è stata la prima collana in vendita dal giornalaio. E in formato tascabile. Il primo titolo fu Addio alle armi di Ernest Hemingway: 60.000 copie vendute nella giornata d’esordio. La gente era più povera, tanti erano analfabeti, ma si leggeva di più. Oggi le edicole chiudono.
Giovanni Bogani, in Ancora un attimo, per favore – Una straordinaria vita qualunque (auto-pubblicato sulla piattaforma www.ilmiolibro.it, 480 pagine, € 26), narra frammenti della vita di sua madre, con i gesti, gli entusiasmi, i dolori e il rapporto non facile con il figlio ribelle e desideroso di libertà. Attraverso quel racconto, così confidenziale e intimo, Bogani racconta la storia di una persona normale che, a guardarla bene, si rivela straordinaria. Sullo sfondo, il quartiere di Rifredi, negli anni ‘60 e ‘70 fino a oggi, e la Firenze meno conosciuta. Ma c’è anche quella più nota e magnifica, dove l’autore bambino, accompagnato dalla nonna pittrice, si perdeva, incantato.
Ancora nostalgia, ancora Firenze. In C’era una volta un rione a Firenze (a cura di Fabrizio Borghini, Masso delle Fate, pag. 384, € 15), Cristina Acidini, Cosimo Ceccuti, Antonio di Gennaro, Eugenio Giani, Daniela Morozzi e altri 100 fiorentini parlano della strada o della piazza che sono state le quinte di scena della loro infanzia, adolescenza e giovinezza, lasciando testimonianze sul filo dell’affetto e del dolce ricordo. Con l’aiuto di un importante apparato iconografico, emerge una Firenze rionale animata da negozi di vicinato e personaggi di quartiere: il civaiolo, il benzinaio, l’ortolano, il ghiacciaiolo, il prete, il fabbro, il sarto. E il vigile urbano che sequestrava il pallone ai bambini che giocavano per strada. Perché si giocava per strada, si viveva per strada. E ogni strada, ogni rione, era un mondo di affetti e amicizie. E due strade più in là era un altro mondo, con cui poteva esserci rivalità. Le attuali periferie erano campagna, con le pecore al pascolo e le galline nel pollaio, ma qualche palazzone cominciava a sorgere.
Un altro luogo di Firenze, il parco delle Cascine, il polmone verde della città che di notte ne racchiude i lati oscuri, dà il là al nuovo giallo di Gigi Paoli: Diritto di Sangue (Giunti, pag. 324, € 16,90). L’ultima indagine del giornalista Carlo Alberto Marchi si concentra infatti sull’omicidio di Giorgio Mati, il gestore del furgone che vende birra e panini, punto di ritrovo per nottambuli di vario genere: poliziotti, trans e giornalisti. Le indagini rivelano che il tranquillo Mati aveva un passato che a poco a poco si incastra come le tessere di un puzzle con la storia più buia della città. E con la stessa famiglia di Marchi, colpita da un dolore che non ha mai avuto risposta.
E se oltre a leggere gialli, vi piace anche scriverli, fino al 30 giugno è aperto il concorso per racconti “Giallo fiorentino. Dedicato a Luca Bandini”. Info: giallofiorentino@gmail.com